Locarno fa 60 e si autocelebra

da Milano

Il Festival di Locarno compie 60 anni, ed è felice di sentirseli tutti: benché da sempre attento ai giovani cineasti e alle loro opere prime, al cinema sperimentale e a forme espressive come i documentari, oggi in auge dappertutto ma in questa cornice sempre valorizzati, la kermesse in terra svizzera approfitta del compleanno a cifra tonda per ricordare che, insieme a Cannes, è il secondo festival per nascita sul continente (dopo Venezia). Ed è giusto, quindi concedersi uno allo specchio.
Ecco perché, in aggiunta alle 20 opere prime provenienti da oltre 30 paesi, e pronte al debutto in Piazza Grande dall'1 all'11 agosto, il Festival di Locarno ha pronte due retrospettive che promettono di far godere i cinefili: la prima è «Retour à Locarno», che richiamerà nella cornice svizzera alcuni «giovani cineasti di ieri», particolarmente segnati dal passaggio a Locarno. Saranno quindi artisti come Claude Chabrol (con Le beau Serge, 1958), Marco Bellocchio (I pugni in tasca, 1965), Marco Tullio Giordana (Maledetti vi amerò, 1980), István Szabó (L'età delle illusioni, 1965) e tanti altri a raccontarsi nuovamente al festival sia attraverso i loro film, sia partecipando il 9 agosto a una tavola rotonda.
La seconda retrospettiva, intitolata «Signore & Signore», vuole essere un omaggio alle dive del cinema italiano: curata da Piera Detassis, questa sezione prevede la proiezione di 20 film legati ad altrettanti volti indimenticabili, come l'Alida Valli di Piccolo mondo antico, l'Anna Magnani di Bellissima, la Claudia Cardinale de La ragazza con la valigia.
Presenza attesa a Locarno, quella di Anthony Hopkins, regista del suo terzo film Slipstream.

Grande spazio al cinema anglofono, con le prime mondiali di Bourne Ultimatum di Paul Greengrass, la commedia musicale Hairspray di Adam Shankman (con John Travolta e Michelle Pfeiffer), il secondo capitolo del progetto Grindhouse, Planet Terror di Robert Rodirguez.

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