Locarno«Oui, sono il Papa che dice no», rivela Michel Piccoli, che a ferragosto incontrerà a Parigi Nanni Moretti, per mettere a punto i dettagli del nuovo film del regista romano sul pontificato e i suoi dintorni politici. In forma e ironico Piccoli ha presentato a Locarno Linsurgée (La ribelle), commedia agrodolce (in concorso), firmata dallesordiente Laureant Perreau, nella quale incarna un nonno musicista dal passato di resistente, nel Maquis del secondo dopoguerra, e dal presente problematico, consumato tra le bizzarrie della nipote sedicenne e gli ultimi bagliori dei sensi. «Odio la pornografia e la televisione, ma ho una passione per il corpo e a volte mi chiedo quandè che il corpo raggiunge lapice della bellezza», risponde lartista, che in alcune scene del film dedicato al confronto tra generazioni, appare intento a guardare la sua giovane amante, poi china a massaggiargli la schiena dai muscoli rilassati. «Interpreto un uomo passionale e leterna giovinezza di questo vecchio, assillato dallangoscia. Ma più avanza letà, più trovo che siano belli i corpi in età avanzata: perciò detesto la chirurgia plastica. Il regista ha girato le scene di nudo con franchezza e pudore, quindi non vi erano gesti pornografici. La pornografia deve esistere, segreta, tra due persone», spiega Piccoli, che conserva nello sguardo febbrile le passate tracce di una virilità seducente.
«Non potrei girare con Schwarzenegger, sebbene la California abbia cospicui fondi per il cinema. Ma ora che Sarkozy sta meglio anche noi supereremo la crisi - scherza lartista che poi attacca la sua patria -; la Prima e la Seconda guerra mondiale, poi le guerre coloniali, lAlgeria... Sono argomenti vergognosi, per noi francesi, più di quanto non lo sia, per gli italiani, il fascismo». Ne Linsurgée lo si vede inerpicarsi, cappello e mantello, lungo i sentieri delle Argonne, in cerca di quel passo da tenente, che gli ricordi i suoi compagni di lotta. «È importante, per noi francesi, avere il massimo rispetto per i soldati che hanno combattuto, nel 1914, durante una guerra che fu, per noi e per i tedeschi, una vergogna», rammenta ancora lattore. Del film morettiano, Michel non sa ancora molto. «Devo fare la parte di un Papa che oppone un gran rifiuto alla sua elezione al soglio pontificio», anticipa, svelando daver rinunciato «perché mi sono moralmente impegnato con Moretti», a un lavoro teatrale, propostogli da Jean-Claude Carrière. «Per ora, ho letto due scene: so che Nanni sta ancora scrivendo.
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