Il lodo Alfano è legge: sì del Senato

L'immunità per alte cariche approvata con 171 sì 128 e 2 astenuti. Sì di Pdl e Lega, astenuta l'Udc, no di Pd e Idv. Alfano: "In autunno riformeremo la giustizia. Dialogo con l'opposizione al dialogo". Di Pietro: "Faremo il referendum". Lodo, ecco come funziona. Così all'estero

Il lodo Alfano è legge: sì del Senato

Roma - L'aula del Senato ha definitivamente approvato il "lodo Alfano", il disegno di legge che garantisce l'immunità per le alte cariche dello Stato fino alla scadenza del loro mandato. Il provvedimento è stato approvato con 171 sì, 128 no e 6 astenuti. Sì di Pdl e lega, astenuta l'Udc, no di Pd e Idv.

"In autunno la riforma della giustizia" Lo ha ribadito il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, intervenendo al Senato sul Lodo Alfano. Il Guardasigilli con un intervento appassionato invita i settori meno giustizialisti dell’opposizione all’appuntamento di autunno, ammonendoli che, in caso di identico comportamento tenuto con il Lodo Alfano, "avranno coltivato ancora una volta l’antiberlusconismo" ma mancato un appuntamento importante poiché oggi "la linea di confine tra riformatori e conservatori - dice Alfano - è segnata dalla giustizia". La riforma, anticipa il responsabile del ministero di via Arenula, riguarderà il processo civile, quello penale, e il sistema carceri.

La difesa del lodo Il ministro della Giustizia ha difeso il ddl che sospende i processi per le alte cariche dello Stato nel corso del loro mandato, affermando che esso non invade i confini della Costituzione, mentre il voto definitivo sul provvedimento è atteso per questa sera. "Il ddl del governo tiene conto scrupolosamente delle indicazioni della Corte Costituzionale che ha affermato che vi è un interesse apprezzabile dell’ordinamento al sereno svolgimento delle funzioni delle alte cariche dello Stato", ha detto il Guardasigilli, specificando che "il meccanismo della sospensione del processo penale, previsto nel disegno di legge, è istituto diverso dall’immunità e che quindi può essere fatto con legge ordinaria". "La Corte avrebbe potuto eccepire un vizio circa la procedura della legge ordinaria, se la Corte non l’ha fatto un motivo c’è. Il ddl non invade materie riservate alla Costituzione", ha ribadito il ministro ricordando che meccanismi a protezione delle alte cariche si ritrovano in quasi tutte le democrazie occidentali.

Di Pietro "Faremo il referendum" E se il Guardasigilli Alfano invita l'opposizione non giustizialista al dailogo sulla riforma della giustizia, Antonio Di Pietro marca ancora di più la distanza daui (ex?) alleati. "Faremo il referendum", annuncia il leader dell’Italia dei Valori, conversando con i giornalisti a Palazzo Madama."Daremo il via alla raccolta delle firme il primo gennaio".

Applausi dalla maggioranza Non appena il Guardasigilli conclude il suo intervento il presidente della commissione Affari costituzionali Carlo Vizzini si alza in piedi per applaudire. A quel punto gran parte dei senatori della maggioranza, che già stavano battendo le mani, decidono anche loro di alzarsi in piedi come omaggio ad Alfano. Il presidente della commissione Giustizia Filippo Berselli si alza anche lui e va ai banchi del governo per abbracciare e baciare il Guardasigilli.

Vizzini non vuole essere da meno e così dopo averlo baciato e abbracciato anche lui gli si siede accanto, mentre dai banchi dell’opposizione si grida: "Vizzini, ormai sei diventato una macchietta!" e "Siete davvero ridicoli...!".


Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica