Roma - Il presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli lo aveva anticipato qualche giorno fa. Oggi la commissione lo approva a maggioranza: si tratta della modifica da introdurre al Lodo Alfano costituzionale che prevede l’estensione anche al premier e ai ministri della previsione secondo la quale lo scudo varrà anche per i "fatti antecedenti all’assunzione della funzione". Previsione prevista nel testo attuale solo per il presidente della Repubblica. L’intenzione del Pdl di cambiare il Lodo Alfano è contenuta in un parere condizionato espresso dalla commissione Giustizia alla commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama che sta esaminando il provvedimento. Nel parere si chiede anche che venga inserita la possibilità per l’interessato di non avvalersi del beneficio.
La spiegazione del presidente della Commissione "Si potrebbe sostenere che l’inciso 'anche in relazione a fatti antecedenti alla assunzione della caricà sarebbe pleonastico - avverte Berselli nel parere votato a maggioranza - e potremmo anche essere d’accordo se tale tesi non collidesse col fatto che lo stesso inciso si ritrova nel Lodo Alfano non costituzionale bocciato poi dalla Consulta laddove, in riferimento al Capo dello Stato, ai presidenti del Senato e della Camera e al premier si dice espressamente che ’la sospensione si applica anche ai processi penali per fatti antecedenti l’assunzione della carica o della funzione'". "Se il legislatore del 2008 e se i presentatori" del Lodo Alfano costituzionale hanno ritenuto necessaria, o quantomeno opportuna, tale precisazione - prosegue Berselli - è perchè intendevano evitare qualsivoglia diversa e, al limite, anche opposta interpretazione. Ci si è soltanto dimenticati di riprodurla" laddove si parla del presidente del Consiglio e dei ministri. "La nostra proposta - sottolinea Berselli - è quindi volta a recuperare la giusta previsione di tale legge e dello stesso art. 1 comma 1 per tutte le alte cariche anche in funzione dell’evidentissimo intendimento dei presentatori. Tutto qui". "Si potrebbe poi sostenere che l’articolo 2 del ddl al comma 1, prevedendo che ’le disposizioni della presente legge costituzionale si applicano ai processi in corso alla data della sua entrata in vigorè, finirebbe per coprire anche ’i fatti antecedenti alla assunzione della caricà puntualizza. Ma così non pare - si puntualizza nel parere - in quanto la predetta norma, come si è visto, fa proprio esplicito riferimento alle ’disposizioni della presente leggè che altro non sono che quelle di cui all’articolo 1 commi 1 e 2. Nè si potrebbe a nostro avviso eliminare dal comma 1 l’inciso ’anche in relazione a fatti antecedenti alla assunzione della caricà, al fine di escludere per i medesimi la sospensione di un processo a carico del Presidente della Repubblica". "Si pretenderebbe in sostanza che i processi contro tutte le alte cariche dello Stato non venissero sospesi qualora si riferissero a fatti antecedenti alla assunzione delle rispettive funzioni. Basta, infatti, andare alle prime righe della relazione per rendersene facilmente conto, laddove è testualmente scritto: ’Il presente ddl costituzionale contiene disposizioni a tutela dell’interesse al sereno svolgimento delle funzioni che fanno capo alle alte cariche dello Statò. Ora è evidente che il sereno svolgimento delle funzioni che fanno capo al Presidente della Repubblica, in riferimento ad un dato processo, prescinde completamente dalla circostanza che i fatti che lo hanno originato siano o meno antecedenti l’assunzione della carica. Essendo chiarissima la volontà dei presentatori e quindi indiscutibile la ratio che ha ispirato il disegno di legge costituzionale al nostro esame circa l’esigenza di garantire il ’sereno svolgimento delle funzioni che fanno capo alle alte cariche dello Statò, si rende quindi necessaria la modifica da noi prospettata". "Anche per il premier e per i Ministri - conclude - il ’sereno svolgimento delle funzionì prescinde completamente dalla circostanza che i fatti che hanno originato un processo a loro carico siano antecedenti o meno all’ assunzione delle rispettive funzioni".
Il Pd: "E' sconcertante" "Ribadiamo che giudichiamo sconcertante l’idea di modificare il Lodo Alfano nel senso di estendere anche al premier e ai ministri la previsione secondo la quale lo scudo varrà anche per i ’fatti antecedenti all’assunzione della funzionè. Già non vediamo la necessità di quella legge figuriamoci la necessità di un estensione dei tempi di applicazione. Politicamente stupisce che quelle che si cercarono di far passare in un primo momento come iniziative personali del presidente Berselli sono invece state votate senza batter ciglio dall’intera maggioranza. Ci risiamo, è il solito trucchetto". Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti.
Idv: "Uso spregiudicato della Carta" "Cade l’ultima foglia di fico, se qualcuno pensava ancora ci fosse. Siamo all’uso spregiudicato della Costituzione, umiliata, derisa e piegata alle esigenze processuali dei furbi di Stato". Lo sottolinea in una nota Massimo Donadi, presidente dei deputati di Idv.
"L’estensione al premier e ai ministri dello scudo anche per i fatti antecedenti all’assunzione della funzione -avverte- è la dimostrazione che il lodo Alfano costituzionale serve a garantire l’impunità a tutta l’attuale classe di governo, sempre più invischiata negli affari della cricca".
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