La Lombardia «compra» il diritto allo smog

nostro inviato a Boston
C’è anche l’ambiente tra gli obiettivi della missione Usa della Regione. «Vogliamo acquisire crediti di carbonio dalla Banca Mondiale» spiega il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, dopo l’incontro a Washington con il vicedirettore del progetto ambiente della World Bank. La Regione pagherà meno le quote della «tassa» per le sostanze inquinanti immesse nell’aria, con l’ingresso nel Carbon Finance Fund della Banca Mondiale che finanzia azioni ecologiche in altre parti del mondo, come per esempio il rimboscamento della foresta amazzonica. In sostanza, se si inquina in Lombardia si paga per migliorare le condizioni ambientali di zone meno sviluppate e nel complesso si limita il livello di inquinamento del globo.
Formigoni esclude che questo sia in contraddizione con la lotta all’inquinamento e il miglioramento degli standard dell’aria in Lombardia: «I soldi eventualmente risparmiati grazie alla banca mondiale potranno essere investiti proprio in azioni contro l’inquinamento». E rivendica le molte domeniche a piedi e non solo: «La Lombardia in questi anni è sempre stata all’avanguardia nella lotta contro l’inquinamento, abbiamo fatto nostri i limiti del protocollo di Kyoto e anche la logica secondo cui chi inquina deve pagare. Una logica che io traduco in: “chi inquina deve mettersi in condizioni di non inquinare più“. La tassa è una soluzione solo temporanea».
La «tassa» è imposta da Kyoto e mette davanti a due alternative: ridurre le emissioni di CO2 o compensarle con investimenti a favore dell’ambiente anche in zone diverse da quelle in cui avvengono le emissioni nocive, per lo più nei Paesi in via di sviluppo. Nei colloqui si è parlato di un impegno economico fino a 100 milioni di dollari, anche se l’entità dell’investimento è ancora tutta da definire.
Esiste un mercato finanziario molto attivo di questi «fondi di emissione» e con l’operazione avviata lunedì scorso la Lombardia entra nel cosiddetto emission trading, il mercato delle quote antinquinamento. Accedendo al fondo della Banca mondiale si raggiungono due obiettivi: partecipare ai programmi di aiuto ai Paesi in via di sviluppo (sostenuti per l’appunto dal fondo) e contemporaneamente comprare quote di emissione a prezzi più bassi, perché sul mercato finanziario europeo i crediti di emissioni costano tra i 24 e i 28 dollari per tonnellata, contro i 6-8 dollari per tonnellata offerti dalla Banca mondiale.
Il «prezzo di favore» della Banca mondiale era stato concesso nel 2003 al ministero dell’Ambiente e è stato riproposto alla Regione Lombardia. Resta da definire se sarà creato un nuovo fondo o se la Lombardia acquisterà quote di quello nazionale. «Il fondo della Banca mondiale è destinato agli enti pubblici e noi operiamo in accordo e in supporto con il ministero dell’Ambiente» spiega il sottosegretario alla presidenza, Raffaele Cattaneo.

«La banca si è impegnata a garantirci le medesime condizioni già concesse al ministero» aggiunge il direttore generale Paolo Alli. E Maurizio Bernardo, assessore a reti e servizi di pubblica utilità, sottolinea anche il valore umanitario dell’iniziativa: «Così si interviene in altre parti del mondo più svantaggiate».

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