In Lombardia si riscopre l’hobby dell’orto

Sono oltre due milioni a coltivare frutta e verdura in proprio. Coldiretti: «È un boom»

Giacomo Susca

I lombardi, popolo di giardinieri e coltivatori. Lo ha scoperto la Coldiretti di Milano e Lodi, che ha «censito» oltre due milioni di cittadini con l’hobby del pollice verde su una popolazione totale di quasi nove milioni e mezzo di abitanti (pari al 30 per cento dei maggiorenni).
Ricerca di un’alimentazione naturale, ritorno alla manualità, desiderio di trascorre il poco tempo libero a disposizione in maniera rilassante. Sono molteplici le ragioni che spingono i lombardi a indossare i guanti da giardinaggio e a mettersi alla prova con terriccio e cesoie. Roberto Maddè, direttore della Coldiretti di Milano e Lodi, ne evidenzia alcune: «Il boom degli orti familiari ci dice che piace sempre di più veder crescere il frutto del proprio lavoro, nel senso letterale del termine. I bambini, in questo modo, imparano a conoscere i cicli della natura, come nascono i cibi che mangiano, l’origine dell’ambiente in cui vivono». Fatto sta che chi può non ci pensa su due volte a trasformare il fazzoletto di terra in terrazzo o il giardino davanti a casa in un’oasi in miniatura dove coltivare frutta e ortaggi, magari abbellita dal «tocco di colore» dato da fiori e piante. Un antidoto per combattere lo stress di tutti i giorni e florido passatempo - è il caso di dirlo - che dovrebbe tradursi entro la fine dell’estate in una spesa regionale di circa 100 milioni di euro, considerando solo il giardinaggio «da balcone».
E lasciamo perdere le «foreste urbane» di chi ha esagerato un po’ coi rampicanti e perdoniamo la signora del piano di sopra che si diverte a farci la doccia con l’idrante.

C’è chi giura che l’orticoltura possa costituire un’autentica terapia in aiuto di anziani e disabili, utile anche a favorire il reinserimento sociale dei detenuti. Per la serie: «Dateci una zappa e solleveremo il mondo!».

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