da Milano
Hopa-Palladio è a un passo dalla nascita, ma il matrimonio si consumerà nella freddezza delle banche-socie. «In settimana dovremmo chiudere» ha detto ieri Ettore Lonati, presidente e ad di Hopa, lasciando così intendere che le questioni che avevano ritardato laccordo sono comunque ormai alle spalle.
Ma la firma per la nascita della nuova società, partecipata al 55% dai vicentini e al 45% dai bresciani e con in mano il 51% di Hopa e il 100% di Palladio, arriverà a pochi giorni dalla liquidazione da parte Hopa di tutte le sue partecipazioni nelle banche. Per 330 milioni la holding ha ceduto con un equity swap a Credit Suisse l1,5% di Mps, il 2,7% di Unipol, l1% di Ubi e l1% del Banco Popolare. Quanto restava di unepoca in cui, attraverso partecipazioni incrociate, Hopa si garantiva sostegno finanziario. «Anziché azioni, troveranno meno debito e più cassa», ha detto Lonati.
Il punto è che la vendita ha sollevato più di un dubbio sulla tempistica, considerato il pessimo momento dei mercati. Ma è stata «forzata», ha spiegato Lonati, «dallemergenza di cassa per far fronte alla multa a Bell», la scatola lussemburghese di cui Hopa era azionista di riferimento ai tempi in cui il duo Colaninno-Gnutti controllava Telecom. Lalternativa - il debito bancario - non ha avuto successo. E proprio qui si misura il logorio del rapporto con le banche.
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