L'incubo di Sua Maestà Elisabetta II potrebbe presto trasformarsi nel sogno che si materializza per Gordon Brown. Eterno secondo di Tony Blair, alla rincorsa continua di David Cameron nei sondaggi che vedono i Conservatori detenere il primato di partito favorito alle elezioni di primavera, il premier meno amato dagli inglesi - laburisti compresi - potrebbe restare a Downing Street anche se il Labour perdesse le elezioni. Magia di un sistema elettorale che rischia per la prima volta dopo quasi quarantanni di non garantire la maggioranza assoluta (metà +1) ad alcun partito, nemmeno ai Tory che i sondaggi danno ancora in vantaggio (37% contro il 30% del Labour). Magia di un elettorato che non sa scegliere più, come faceva un tempo, tra le due opzioni, disilluso dagli scandali che hanno investito Westminster, spaventato dalla pesante crisi economica e incerto nella scelta tra il vecchio ma conosciuto leader Brown e il nuovo ma non ancora testato rivale Cameron. Troppo sottile è infatti finora lo scarto tra le due principali formazioni politiche del Regno Unito e così complessa la distribuzione dei voti nelle diverse circoscrizioni elettorali da rendere ormai sempre più concreto lo spauracchio di un sostanziale pareggio o di una vittoria risicata. È lo spettro del cosiddetto «hung parliament», un Parlamento «appeso», dai numeri incerti, che richiederebbe il soccorso dei Liberaldemocratici - terzo partito (dato al 20%) finora periferico nei giochi del tradizionale bipolarismo britannico - per la formazione di un nuovo governo.
Ma la vera paura adesso è quella dei mercati finanziari, che reagirebbero molto male a una fase di incertezza politica, nel timore che Londra non riesca a ripagare il suo debito pubblico già alle stelle (sfiora i 200 miliardi di sterline). Lincubo di un eventuale nuovo crollo della sterlina, già duramente colpita dalla crisi, non fa dormire sonni tranquilli a Elisabetta II, che - hanno già fatto sapere i consulenti di Sua Maestà - intende a questo punto scongiurare a tutti i costi leventualità di nuove elezioni e ha il potere di tentare prima tutte le altre strade percorribili. Per questo gli alti burocrati della Pubblica amministrazione hanno già messo a punto un piano di emergenza nel caso in cui si realizzi la profezia di un hung parliament. Un piano dal quale Brown potrebbe uscire vincitore anche se di fatto sconfitto alle urne pur di salvare lonor di patria.
Se i Tory guadagnassero anche più seggi ma non ottenessero la maggioranza assoluta, la prima opzione che la regina potrebbe battere per evitare una crisi costituzionale è quella di concedere in via del tutto straordinaria tre settimane (di solito bastano 6 giorni) al premier Gordon Brown per formare un governo con i partiti di minoranza, cioè i Libdem. In questo caso - prima volta nella storia - gli alti dipendenti pubblici che servono i ministeri, indipendenti per definizione, potrebbero intervenire per favorire i colloqui tra le formazioni politiche. Durante questo periodo il Cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling - il ministro delle Finanze per gli inglesi - resterebbe in carica anche se bocciato dal voto degli elettori. Brown potrebbe infatti fare concessioni ai Libdem e garantire loro ministeri - forse proprio le Finanze (Vince Cable, numero due dei Libdem sarebbe lideale in quel ruolo per il 31% degli inglesi) e blindare così la sua alleanza. Se Brown riuscisse nellimpresa, dovrebbe poi presentarsi al Parlamento per il voto di fiducia. Se fallisse, avanti tutta per i Tory. A quel punto toccherebbe a loro tentare laccordo con i Libdem per dare vita a una maggioranza netta. Nellattesa Brown resterebbe comunque a Downing Street. Terza e ultima opzione - per Elisabetta II lultima spiaggia - è il ritorno alle urne.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.