Alla fine, Londra è riuscita a stoppare la nascita del Grande fratello, considerato occhiuto e troppo invasivo, una minaccia alla sovranità nella gestione dei conti pubblici. Si è così piegato il Consiglio di Stato europeo pur di strappare un compromesso sulla riforma della vigilanza finanziaria, destinata a diventare operativa nel corso del 2010, una volta messo a punto, nel prossimo autunno, limpianto legislativo.
Come tutti i compromessi, la soluzione non è priva di debolezze, è monca soprattutto nella parte relativa al controllo degli hedge fund e non sembra avere in prospettiva la stessa forza durto delle nuove regole adottate nei giorni scorsi da Barack Obama con lattribuzione alla Fed di ampi poteri. Le impuntature degli inglesi, spaventati dallidea di perdere il controllo su un settore che genera l8% del Pil, hanno così prodotto una struttura bicefala, depotenziata rispetto alle proposte avanzate in febbraio dal gruppo coordinato da Jacques de Larosière. La Bce avrà sì il compito di sovrintendere lEuropean systemic risk council, ma la guida dellorgano incaricato di monitorare e lanciare lallarme contro il rischio di instabilità macroeconomica non sarà automaticamente di competenza del presidente della Bce stessa, come inizialmente prospettato; il nome dovrà invece essere formulato dal Consiglio generale della Banca centrale. Di fatto, si tratta di una concessione marginale: in teoria sarà possibile eleggere anche il governatore di una banca centrale al di fuori della eurozona, ma è ovvio che la scelta del board di Francoforte finirà per ricadere quasi certamente su chi presiede lEurotower.
Ben più sostanziali sono i cambiamenti che riguardano limpalcatura delle tre agenzie paneuropee di vigilanza su tre settori-chiave come banche, assicurazioni e Borse. Evoluzione naturale degli attuali comitati Ue, queste autorità dovevano avere non solo un compito di monitoraggio, ma anche il potere di imporre agli Stati membri il salvataggio (o la liquidazione) di istituti di credito e compagnie di assicurazione con lutilizzo di risorse statali senza tener conto dello stato di salute dei conti pubblici. Il premier britannico, Gordon Brown, si era battuto fin dallinizio contro questa impostazione, ribaltata infatti nel compromesso raggiunto. «Riconoscendo le importanti e eventuali spese che possono essere implicate per gli Stati membri - si legge nel documento -, il Consiglio europeo sottolinea che le decisioni delle autorità Ue non devono coinvolgere in nessun modo le responsabilità di bilancio degli Stati membri».
È evidente che il punto dincontro raggiunto ha annacquato la riforma, del tutto carente su un aspetto delicato come lazione di vigilanza sui fondi speculativi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.