Londra, donne e bambini sono i prossimi kamikaze

Verrebbero arruolati e mandati avanti perché attirano meno l’attenzione. Altri due incriminati per gli attentati falliti

Londra, donne e bambini sono i prossimi kamikaze

Lorenzo Amuso

da Londra

Alla scuola dell’odio sono ammessi tutti, donne e bambini compresi. Anzi potrebbero essere proprio loro - avverte Scotland Yard - i nuovi protagonisti del terrorismo islamico, che tiene sotto scacco Londra. Di fronte al rafforzamento dei controlli gli inquirenti temono un cambio di strategia dei terroristi, più prudente, meno esposta. Un passo indietro da parte degli uomini, più facilmente soggetti ai frequenti stop and search (istantanee perquisizioni e interrogatori all’ingresso delle stazioni ferroviarie o della metro), e arruolamento di giovanissimi e donne, che attirano meno l’attenzione delle centinaia di agenti disseminati nella capitale britannica. A seguito della doppia ondata di attentati a luglio, la polizia ha condotto un approfondito studio sulle associazioni più estremistiche e radicali e affidandosi a infiltrati e conoscitori del mondo musulmano sta cercando di anticiparne le future mosse. Un’operazione di intelligence che mira a offrire ai seimila poliziotti coinvolti nelle operazioni anti-terroristiche tutti gli strumenti per gestire al meglio una situazione di massima tensione.
Le conclusioni di questo studio sono state raccolte in un fascicolo, consegnato a tutti gli agenti, con dettagliate istruzione sulle regole di ingaggio, interrogatorio, prevenzione. La guida della Metropolitan Police, voluta dal suo capo Sir Ian Blair, vuole essere soprattutto un modo per allontanare il sospetto di razzismo che parte dell’opinione pubblica, ma soprattutto molte comunità islamiche, nutrono verso le forze dell’ordine. Inevitabilmente nei giorni successivi al 7 e 21 luglio i controlli più serrati per le strade di Londra sono stati condotti su uomini asiatici o neri. Così la guida raccomanda di non concentrarsi eccessivamente su «gruppi specifici», ricordando come non esista un particolare profilo «razziale, etnico, sessuale o religioso dei terroristi».
Non escludere alcuna possibilità a priori, questo il consiglio di Blair. «Se noi ordinassimo ai nostri agenti di fermare solo giovani uomini dall’aspetto caraibico o asiatico o nordafricano faremmo il gioco dei terroristi, che potrebbero immediatamente cambiare tattica». Una rettifica indispensabile dopo le dichiarazioni di Ian Johnston, capo della British Transport police, e responsabile della sicurezza nella rete metropolitana che aveva invitato i suoi uomini «a non perdere tempo interrogando donne bianche». La pubblicazione della guida segue l’istituzione di un nuovo corpo speciale, «squadra di cecchini», che avrà il compito di combattere la minaccia dei kamikaze. Circa 200 tiratori scelti saranno arruolati nei prossimi mesi e addestrati come le unità SO19 di Scotland Yard, con la stessa regola d’ingaggio «sparare per uccidere».
Sul fronte delle indagini, è stato estradato dallo Zambia Haroon Rashid Aswad, 31 anni, cittadino britannico di origini indiane, sospettato di essere la mente degli attentati del 7 luglio. Scotland Yard ha inoltre confermato l’incriminazione di Yassin Hassan Omar, uno dei quattro presunti terroristi arrestati per i falliti attentati del 21 luglio e annunciato che analogo provvedimento è stato preso nei confronti di Ibrahim Muktar Said, 27 anni, e Ramzi Mohammed, 23: per loro l’accusa è di tentato omicidio e cospirazione a fine di omicidio.


Non ha invece trovato conferma la notizia, apparsa su alcuni domenicali britannici, secondo cui le autorità saudite avrebbero avvertito nei primi mesi del 2005 i servizi segreti britannici su probabili attentati contro la capitale. Intercettando una telefonata di Kareem al-Majati, uno dei capi di Al Qaida, l’intelligence saudita era venuta a conoscenza dei piani dei terroristi, ma pare che Londra abbia sottovalutato l’avvertimento.

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