Londra, la guerra tra bulli fa strage di teenager

da Londra

La guerra tra bande di teenagers che imperversa nei quartieri più poveri, multietnici e periferici di Londra ha fatto un’altra vittima: un ragazzo di 14 anni è stato accoltellato a morte, un suo amico di 15 è in gravissime condizioni all’ospedale. Paul Erhahon è il sesto adolescente che negli ultimi due mesi è stato ucciso nella metropoli britannica e finora il governo Blair non è riuscito a trovare il modo di fermare la mattanza malgrado abbia ordinato un maggior pattugliamento della polizia e lanciato campagne di «sensibilizzazione» contro la piaga crescente del bullismo.
Paul, ragazzo di colore un po’ come tutte le altre vittime, è stato accoltellato in modo fatale l’altra sera verso le venti a Leytonstone, un quartiere nordorientale della capitale, nel corso di una furibonda zuffa tra bande giovanili a cui ha fatto seguito, alla vista del sangue, un fuggi fuggi generale.
Al pari dell’amico è stato accoltellato nel cortile di un complesso di casa, vicino a dove abitava. È spirato tra le braccia della madre che gridava: «Aiutatemi! Aiutatemi!». E poi come in un singhiozzo: «Siamo venuti in questo Paese in cerca di una vita migliore, non perché finisse così...».
La polizia ha fermato un ragazzo di tredici e un altro di diciannove ed è convinta che Paul - soprannominato MC Hellrazor dagli amici, affiliato ad una banda locale chiamata The Youngers e amante della musica jungle e garage - abbia perso la vita «in una guerra tra gang».
A riprova che nella cosmopolita Londra possono succedere cose da Far West, nelle stesse ore del mortale accoltellamento a Leytinstone una ventiduenne incinta, Krystal Hart, veniva uccisa a colpi di arma da fuoco nel suo appartamento nel quartiere sud-occidentale di Clapham. Quando sono arrivati i medici la giovane era già morta. Scotland Yard sospetta che sia stata ammazzata da un vicino per un motivo assurdo: la disputa di parcheggio.
Questo nuovo omicidio si è consumato poche settimane dopo i funerali del quindicenne Billy Cox, ucciso a colpi di pistola nella sua casa di Clapham; sempre nel sud della capitale la stessa sorte toccò a distanza di pochi giorni allo studente Michael Dosunmu, 15 anni, e a James Smartt-Ford, 16 anni. Il mese scorso Adam Regis, 15 anni, nipote del velocista olimpionico John Regis, fu ucciso a coltellate in una strada della periferia orientale di Londra. Pochi giorni prima nell’Ovest della capitale la stessa sorte era toccata al sedicenne Kodjo Yenga.


Grande fu allora l’indignazione dell’opinione pubblica e il primo ministro Tony Blair parlò di «tragedie oltre il pensabile», ma respinse l’accusa dei conservatori che queste violenze fossero lo specchio di un malessere più generale nella società. Almeno finora.

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