Da Lorenzo a Messi un lifting al corpo per essere più grandi

Ha vinto la sua prima gara nella classe regina. Ha dominato il Gran premio del Portogallo, l’ha fatto umiliando un poco Valentino Rossi, suo compagno in Yamaha e re indiscusso della MotoGp. Jorge Lorenzo, ventenne spagnolo, ha trionfato e convinto. Domenica scorsa, domenica sera, c’erano mille ragioni per lasciarsi andare a una notte di festeggiamenti e bagordi, di balli e sbronze. Invece via. Direzione Barcellona, clinica universitaria Dexeus, per farsi operare all’avambraccio destro che stava bene ma non così bene come vorrebbe un giovane campione che punta a tutto e per quel tutto sguaina le armi migliori. Così, Jorge ha deciso di sguainare persino il muscolo dell’avambraccio: piccoli taglietti praticati perché non si infiammasse sotto sforzo. Troppo pesanti i bolidi Motogp. «Di solito ci si opera per un infortunio - dirà -. Mi ha fatto effetto. Magari in futuro sistemo il sinistro». Prima di lui, stessa scelta per Melandri, Dovizioso, Elias, Pedrosa, Tamada, Guintoli.
Piccoli Frankenstein crescono? Presto per dirlo, ma si comincia. Il calcio ci regala un altro esempio: quello di Lionel Leonardo Messi, incredibile talento argentino giunto in Catalogna, alla corte del Barça. Aveva solo 13 anni e fu subito sottoposto a interventi mirati a base di ormoni. Nessun doping, solo l’intento terapeutico di rinforzare e soprattutto alzare di statura quel ragazzino così minuto da far diagnosticare un nanismo armonico. Trattasi di un deficit della crescita dove corpo e arti si sviluppano in modo, per l’appunto, armonioso e proporzionato. Ma poco. Insomma, in molti casi - e quello di Messi è uno di questi - si è solo più piccoli di statura. Messi, dopo anni di intense cure, è arrivato a uno e sessantanove per sessantasette chili. Diciamo non una pertica, però robusto. Soprattutto, pronto per la prima squadra.
E dire che la sua storia narra del ragazzino e dei genitori che partono per la Spagna per trovare il centro specializzato e qui, a Barcellona, i segugi del club blaugrana scoprono il talentino, offrendosi di pagare le cure contro il nanismo. La storia, quella vera, narra invece dei segugi catalani che, sbarcati nelle Pampas, notano il ragazzetto d’enorme talento, lo portano con i genitori in Europa per farlo crescere. In tutti i sensi.
E che dire degli apparecchi per sistemare l’arcata dentale dei ciclisti? Pratica ormai famosa per i normali esseri umani afflitti dal mal di schiena in quanto capace di correggere la postura di chi soffre. E anche quella di chi pedala in modo non troppo efficiente, dando più potenza su un pedale (Ivan Basso e molti altri). Non va mica bene. Prego aprire la bocca.


Fa pensare anche il caso di Patrick Staudacher, l’azzurro mondiale di SuperG nel 2007: due anni prima aveva subìto il trapianto di una cornea. Fino ad allora solo onorevoli piazzamenti e i fastidi delle lenti a contatto rigide, poi l’oro. Ma il caso di Patrick è comunque diverso: la sua vita è cambiata in meglio in pista e anche fuori. Perdonato.

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