Lotteria Italia La Balduina in festa per l’arrivo della Dea bendata

Allo spumante sta stretto il bicchierino da caffè in cui viene offerto a tutti i clienti, abituali e non. Le bollicine si ribellano alla plastica, mentre Drusiana Cello prova a mettere ordine in un andirivieni che così caotico proprio non se lo aspettava. È lei la titolare della tabaccheria della Balduina dove è stato venduto il tagliando da cinque milioni di euro, il primo appetitoso premio della Lotteria Italia. Ed è sempre lei la star del momento nel quartiere, unica e incontrastata, visto che del vincitore non si intravede nemmeno un’ombra travestita da ipotesi. Scuote palmi di mani e riceve abbracci di circostanza la signora Cello, dispensa panini e tramezzini come una perfetta padrona di casa, confortata dai sorrisi delle figlie Rossella ed Elisabetta. «Mi hanno avvertita stamattina alle 7.15, all’inizio ho pensato a uno scherzo, poi mi ha preso il panico», racconta interrompendosi tre volte, mentre sfreccia da un angolo all’altro del suo locale baciato dalla fortuna.
La ricevitoria si trova nella parte alta di via Duccio Galimberti, una strada a forma di catino a due passi da piazzale degli Eroi, quasi ai piedi di via Trionfale. Una zona quieta dove molta gente sta bene di suo, senza il bisogno di uno spintone da parte della Dea bendata. «È vero - conferma la titolare - ma qui vengono anche tante badanti e operai, ci sono anziani soli e in difficoltà con la pensione, speriamo che sia stato uno di loro ad acquistare quel tagliando, insomma qualcuno che se lo merita». La matrice, invece, ce l’ha ancora lei, la signora, e la esibisce a comando, come un luccicante trofeo, mentre ricorda che la vendita è avvenuta verso settembre, perché la serie è una delle prime che è arrivata in negozio. Intanto gli affari vanno al galoppo: c’è chi, come Paola, 73 anni, è venuta apposta per giocare al Lotto i suoi numeri, «non sia mai la fortuna si trovi ancora a girare da queste parti». E come lei tanti altri, tra un brindisi e uno spuntino, si mettono pazientemente in fila per imitarla.
Fuori dalla tabaccheria, invece, domina una sobrietà eccessiva, che alla lunga stride un po’ con l’eccezionalità dell’evento. In un bar vicino solo il cassiere «rosica», bonariamente, ma perché il biglietto non è stato staccato nel suo locale. Cettina, insegnante, spera che il vincitore si ricordi di dare una grossa mano alla chiesa di zona. Però don Gabriele, il vice parroco, dice di non avere pretese particolari e che sarebbe già soddisfatto se l’1 per cento della cifra venisse data in beneficenza. Nessuno ostenta rammarico per avere sfiorato un colpaccio che si è materializzato altrove, a pochi metri dal proprio uscio di casa: «Tutti quei soldi sono una bella grana», arriva ad affermare un signore anziano, senza fermarsi. «Nella vita bisogna sapersi accontentare di quello che si ha», filosofeggia il commesso di un negozio di telefonia.

Tutta invidia? Forse. Solo Paolo Colussi, 22 anni, studente di medicina, restituisce all’ambiente quel tratto di normalità che tanto mancava: «Io quei soldi - sibila a occhi bassi - me li terrei tutti e me andrei a vivere ai Caraibi».

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