La filosofia low-cost inizia a farsi spazio anche nel settore auto. Dalla ricerca Tns Infratest, commissionata da Renault-Dacia e presentata nelle scorse settimane a Milano, emerge uninedita fotografia del comportamento dacquisto di beni e servizi in atto nel nostro Paese che registra una crescita significativa del fenomeno anche nel settore automotive. La prima sorpresa emersa dallindagine riguarda lacquisto di una vettura: le famiglie italiane pongono sempre più attenzione al prezzo, che diventa il primo criterio di scelta (35% del campione) superando anche quelli «tradizionali» dellestetica (19%) e della marca (8%). Cè di più: un italiano su cinque si dichiara disponibile a comprare unauto low-cost.
La ricerca è stata condotta su un campione di mille individui di diversa estrazione socio-culturale e provenienza geografica, rappresentativi della popolazione italiana, attraverso interviste Cati (Computer Assisted Telephone Interview), con lintenzione di fotografare la conoscenza e la diffusione dellacquisto low-cost nei settori più diffusi e in quelli più «nuovi», come il settore automobilistico. Il fenomeno dellacquisto intelligente di beni e servizi low-cost risultante dalla ricerca è piuttosto «trasversale» ed è indicato dagli intervistati come atteggiamento valido non solo per le famiglie meno abbienti, ma per tutti (maggior numero di citazioni con il 37%) e in modo particolare per la fascia giovane della popolazione (22%).
Tra coloro che conoscono il low-cost (51% degli intervistati), il 60% ha acquistato almeno una volta beni e servizi di questo genere - prevalentemente viaggi aerei e vacanze - il 50% afferma che il concetto di low-cost può essere associato allauto e un significativo e inaspettato 43% si è dichiarato disponibile anche a comprare un veicolo low-cost. Tra questi, l82% lo farebbe perché «si risparmia» e perché in fondo le auto low-cost «sono uguali» alle altre automobili (5%). Ciò che differenzia lauto normale da quella low-cost, oltre al prezzo, è la presenza di accessori, optional ed elettronica ritenuti superflui e costosi (11%).
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