LOW COST

Marco Morello

Ci mancava il freddo a fare impennare, tra allarmi veri e furbate, i prezzi della frutta e verdura. Facendo diventare la spesa quotidiana un vero equilibrismo. Eppure cercare di limitare i danni si può. Abbiamo chiesto consiglio ai commercianti, ai grossisti, ai consumatori, a uno chef, per fare un decalogo anti-stangata.
I consumatori. Ognuno ha la sua tecnica. Adele, 76 anni, mentre sceglie a una a una le arance nel mercato di Casal Bertone, ci spiega la sua: «Impiego più tempo a fare la spesa rispetto a qualche anno fa - spiega - ma compro di più e spendo di meno. Mi impongo mille giri, esamino i prodotti, scelgo quelli locali e di stagione, mi faccio sempre regalare qualcosa, tanto un mazzetto di prezzemolo o di basilico non si nega a nessuno. Sono i dettagli a fare la differenza». La fretta è dunque la prima nemica del portafogli. Come lo è la grande distribuzione, dove si trovano regolarmente prodotti siciliani o spagnoli, con un ricarico per le spese di trasporto, e non quelli di Palombara Sabina o Fondi. E poi decisivo è l’atteggiamento psicologico. «Prima mi vergognavo di chiedere tre mele, due banane o una zucchina per il minestrone - ci dice Antonello - ora invece appena mi sento dire da un commerciante la frase “che faccio, lascio?”, rifiuto con un sorriso».
I commercianti. Secondo qualcuno, una buona idea è quella di recarsi a fare la spesa nelle ore di chiusura «perché - confida Tiziana, titolare di un banco frutta nel mercato di via di San Romano - a quel punto siamo costretti ad abbassare i prezzi, specie se la roba rimasta è poca o rischia di andare a male». Ma occhio: non tutti i commercianti fanno i «saldi» di fine giornata e poi di certo si perde il privilegio della prima scelta. Altra buona alternativa, valida in ogni momento della giornata, è quella di acquistare più di una cassetta per ottenere uno sconto. Ma questo vale solo per la frutta e la verdura meno deperibili, di cui si può fare scorta.
L’ingrosso. Per chi vuole risolvere il problema alla radice c’è l’opzione del mercato all’ingrosso, aperto anche ai privati due volte a settimana: il sabato per il pesce e la domenica per l’ortofrutta. «Se si dà per scontata l’idea che i prezzi sono alti - dice Fabio Massimo Pallottini, amministratore delegato della società di gestione del Centro agroalimentare di Roma - si favorisce la speculazione. Stiamo facendo molti sforzi per proporre determinati prodotti a importi ribassati, specie in contesti come i mercati rionali che assicurano freschezza e genuinità. In via generale, comunque, il segreto è fare paragoni tra le merci, anche quelle che possono sembrare simili, perché dal confronto nascono le opportunità migliori».
Lo chef. Anche i ristoratori fanno la spesa e devono far quadrare un budget. Che abbiano qualche consiglio da darci? «Il primo - ci dice Fabio Baldassarre de L’Altro Mastai, uno dei locali top di Roma - è quello ovvio ma fondamentale di seguire le stagioni. Poi quello di girare molto per scegliere meglio e di privilegiare la verdura sporca e non “capata”». Qualche suggerimento per questa stagione? «Rape e cime di rapa. Economiche, originali e molto saporite». Ma gli chef sentono i caro-spesa? «Sì, pensi che la verdura ormai è, dopo il pesce, la prima voce di spesa. Più della carne, che si conserva. La verdura no».
In azienda. Infine un’altra strada: fare la spesa direttamente in azienda. Andandoci di persona o ordinando per telefono o via mail.

Tante aziende agricole alle porte di Roma offrono questa possibilità, magari inviando il cosiddetto «cassettone»: 10 kg di verdura fresca assortita. E se ci si unisce (tra amici e colleghi) il risparmio aumenta. Provare per credere.

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