Luci e ombre su visi da immortalare

Alla galleria Bianca Maria Rizzi «L’album di famiglia» del pittore Stefano Abbiati

Francesca Di Biagio

I suoi ritratti hanno i tratti marcati, segnati dal tempo. Sono visi volutamente imbruttiti, invecchiati, che sembra siano stati dipinti dalla mano di un pittore maturo. Eppure Stefano Abbiati, autore della mostra allestita fino al 25 ottobre nella Galleria Bianca Maria Rizzi, in via Molino delle Armi 3, di anni ne ha soltanto 26 e nel suo «Album di famiglia» (questo il titolo dell’esposizione) immortala i volti a lui più cari e quelli che hanno maggiormente segnato la sua breve esperienza artistica. Abbiati gioca con le sfumature di colori, dall’ambra al verde bosco e rosso ruggine, per creare un movimento di luci e ombre su facce di donne e uomini con gli stessi sguardi profondi, spesso rivolti al centro della tela, le bocche semi- sorridenti, come in procinto di pronunciare una parola, le braccia conserte o allargate.
«Album di famiglia» oltre a essere il racconto di un’esperienza personale, è anche uno spaccato di immagini che toccano l’attualità, come accade nel quadro «Tutta colpa di Walt Whitman», una sorta di «omaggio ironico» al noto autore del «sogno americano», che con la sua poetica ha fortemente influenzato il pensiero e la filosofia statunitense.


Con la mostra di Stefano Abbiati, che insieme ad altri giovani pittori sta sperimentando nuove tecniche espressive, la Galleria Bianca Maria Rizzi prosegue la scoperta di originali promesse artistiche, italiane ed europee. Un intento portato avanti anche con la collaborazione con lo Spazio Stresa6 (che prende il nome dal suo indirizzo, in zona Melchiorre Gioia) dedicato all’arte contemporanea.

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