Francesca Angeli
da Roma
Avanguardia di un grande partito dei moderati e sempre alternativi alla sinistra. Pronti a dare battaglia in Parlamento stando lealmente all’opposizione con un partito che, rinvigorito dal successo elettorale, si prepara a un profondo rinnovamento. Ristrutturazione che passerà attraverso il Consiglio nazionale indetto per il 21 aprile durante il quale si deciderà anche la data di convocazione del Congresso nazionale subito dopo l’estate.
Il segretario Udc, Lorenzo Cesa, apre la prima direzione nazionale del dopo elezioni con l’azzeramento di tutte le cariche di partito. Dopo le elezioni, spiega ai suoi riuniti ieri pomeriggio all’Hotel Minerva a due passi dal Pantheon, l’Udc ha l’esigenza di individuare «una squadra più adeguata alla realtà del partito». Cesa ha appena incassato i sentiti ringraziamenti che il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha rivolto a lui e a tutti gli uomini di partito per il brillante risultato ottenuto alle elezioni. Anche in direzione Casini mantiene la scelta della seconda fila dato che è ancora impegnato, come spiega Mario Baccini, «a superare i nodi istituzionali che in questo momento ci sono sul tappeto».
Cesa spiega la necessità di azzerare le cariche visto che «in questa tornata elettorale è emersa una nuova classe dirigente fatta di giovani parlamentari». Potrebbe significare anche un ritorno di Casini alla guida del partito? Cesa spiega che «deciderà Casini: al congresso vedremo» ma il destino della punta più brillante dell’Udc va oltre i confini del partito. Anche le voci che lo vorrebbero probabile candidato alla sfida per il Campidoglio vengono seccamente smentite. L’uomo dell’Udc resta Mario Baccini anche se si fa sempre più avanti l’ipotesi di arrivare alle amministrative con un candidato unico trovando l’accordo dentro la Casa delle libertà.
Qualche punto fermo emerge chiaramente. La grande coalizione è archiviata: impossibile una collaborazione visto il muro alzato da Romano Prodi e dai suoi. Archiviato dunque anche l’atteggiamento possibilista verso questa direzione di Marco Follini, l’unico che lasciava ancora uno spiraglio aperto sull’accordo con la squadra del Professore. E con l’azzeramento delle cariche verrà cancellata anche l’impronta di Follini sul partito.
In Parlamento, dice Cesa, «saremo all’opposizione» con un atteggiamento «fermo ma leale». «Quando ci saranno interessi importanti del Paese noi saremo tutti attenti e disponibili», garantisce Cesa che svicola sulla questione della leadership del centrodestra. «Si vedrà in Parlamento chi guiderà l’opposizione - dice - Tutto si baserà sulla capacità di iniziativa e sulle questioni concrete. Una volta noi, un’altra volta gli altri».
I piccoli democristiani che avevano mostrato ambizioni di crescita e autonomia nel Congresso del luglio scorso ora col raddoppio dei voti in tasca si propongono come «il punto di riferimento dei moderati» e anche, dice il presidente del partito, Rocco Buttiglione, come «avanguardia di un grande partito di centro ancorato a valori cristiani, vogliamo essere il partito che unisce i moderati». Buttiglione spiega poi che l’azzeramento delle cariche nell’Udc risponde all’esigenza «di affrontare al meglio la prossima tornata amministrativa che è importantissima».
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