Sono antiche le ruggini fra Magdi Cristiano Allam, giornalista, eurodeputato nonché probabile candidato a Milano, e Abdel Hamid Shaari, direttore del centro islamico di viale Jenner. Antiche, ma promettono scintille nei mesi che separano Milano dalle elezioni comunali. Giornalista, egiziano di origini e cristiano (oggi anche di nome) il primo. Architetto, libico di origini e musulmano il secondo. Entrambi sono in campo nella corsa a Palazzo Marino. E se Allam addirittura vorrebbe impedire la presentazione di una «lista islamica», Shaari annuncia che, dopo aver concepito e fondato «Milano Nuova», oggi è già al lavoro.
Allora, direttore, a che punto siete?
«Stiamo preparando il programma della nostra lista, Milano Nuova. Lo sta mettendo insieme il nostro comitato».
E i nomi, state preparando anche la lista dei candidati? Ci sono novità o sorprese? I nomi sono quelli che abbiamo letto o cè dellaltro?
«Ci saranno quelli e altri che hanno aderito. Italiani, ovviamente, perché per la candidatura è necessaria la cittadinanza con i requisiti per lelezione».
Ma la vostra è una testimonianza o volete arrivare a Palazzo Marino? Quale percentuale vi proponete come obiettivo?
«Questi delle percentuali sono giochi che non cinteressano, noi pensiamo ai contenuti. La novità è che in Italia cè la nostra lista. Vediamo cosa accade e poi valutiamo».
Ci faccia capire che amministratore sarebbe. Cosa pensa della vicenda di Forza Nuova per esempio?
«Non so chi ha difeso Forza Nuova, né come è arrivata ad avere una sede, noi la aspettiamo da 20 anni e il sindaco non ci ha ancora risposto».
Che ne pensa della presentazione della lista di Magdi Cristiano Allam?
«Ci sono tante liste, se vale qualcosa lo vedremo nellurna».
Ma lui è il vostro antagonista?
«Per carità, noi siamo immigrati che lavorano, lui è omologato, vuol fare litaliano più italiano degli italiani. E si è battezzato per esserlo ancora di più».
Scusi, ma questo che centra? Voi non sostenete di essere laici? Perché un egiziano non può essere cristiano? Cosa avete in contrario?
«Niente.
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