Chissà cosa ha pensato Luigi Einaudi quando, l11 maggio di sessantanni fa, il parlamento lo indicava come nuovo presidente della Repubblica italiana. Proprio lui che, durante la campagna elettorale per il referendum del 46 fece pubblica dichiarazione di voto a favore della Monarchia. Invero tra il pensare e il fare cè di mezzo un oceano; almeno nel caso di Einaudi che seppe ridare lustro alle logore istituzioni italiane. E lo fece partendo dal suo rigore di liberale e borghese, di intellettuale ed economista. Una figura davvero insolita e rara nel nostro panorama politico e culturale. Un esempio di cui andare fieri e che oggi, a sessantanni dalla sua elezione, viene celebrato con una mostra nella Galleria di Alessandro VII del Palazzo del Quirinale. Quello stesso palazzo dove il celebre economista piemontese visse e lavoro dal 1948 al 55. Un rigore, quello di Einaudi, ben esemplificato da una breve nota dove parla delle prerogative del presidente: «È dovere del Presidente della Repubblica di evitare si pongano precedenti, grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore immuni da qualsiasi incrinatura le facoltà che la Costituzione gli attribuisce».
Curata dal nipote Roberto, lesposizione ripropone la figura di Einaudi: economista liberale, professore alla Bocconi di Milano e alluniversità di Torino, viticoltore nel suo podere a Dogliani, raffinato collezionista di libri rari, giornalista de La Stampa, Corriere della Sera e The Economist, direttore di riviste scientifiche come la Riforma Sociale e la Rivista di storia economica, Governatore della Banca dItalia dal 1945 al 48, Presidente della Repubblica dal 1948 al 55. Opere darte, fotografie, testimonianze inedite e oggetti quotidiani, documentano le fasi della vita di questintellettuale e statista di alto rigore morale e forte impegno civile. Che ha saputo essere anche ambientalista e federalista in epoche in cui era difficile affibbiare simili etichette. Le opere in mostra, oltre a far luce sulla figura di Einaudi, concorrono a rinverdire la memoria del tempo. Vengono ricostruiti nella mostra i tre studi di Einaudi: lo studio alla Banca dItalia dove progettò la stabilizzazione della lira; lo studio al Quirinale, da dove garantì la ripresa della vita democratica dellItalia repubblicana; lo studio-scala di San Giacomo, prediletto luogo di appartata riflessione. Allinterno degli ambienti evocati o ricostruiti troveranno posto i documenti, gli oggetti, i quadri, gli arredi, i dipinti e le sculture originali.
Oggi, intanto, un convegno ospitato alla sede della Banca dItalia (via Nazionale, 91) dalle 15 alle 18.30 ricorderà il contributo delleconomista alla rinascita del nostro Paese.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.