
da Venezia
Franco Maresco torna in concorso alla Mostra di Venezia, dopo il Premio speciale della giuria Orizzonti con Belluscone. Una storia siciliana e il Premio speciale della giuria con La mafia non è più quella di una volta, e riporta tutte le sue ossessioni, idiosincrasie ma anche un messaggio di amore totale per il cinema.
Un film fatto per Bene, in contemporanea da oggi nelle sale, racconta l'impossibilità del regista di girare un film dedicato a Carmelo Bene. Così Maresco s'inventa, con i suoi co-sceneggiatori Claudia Uzzo, Umberto Cantone e Francesco Guttuso, la storia che a staccare la spina del set, dopo ritardi e incidenti, sia il produttore Andrea Occhipinti (che produce con Lucky Red e che si presta al gioco urlando al telefono: "Più che di un produttore Maresco ha bisogno di uno psichiatra, e io non ho queste competenze"). Maresco accusa la produzione di "filmicidio" e fa perdere le sue tracce. Ecco entrare in scena lo stesso co-sceneggiatore Cantone che inizia una sorta di indagine tra i conoscenti di Maresco per ritrovarlo.
Un film fatto per Bene si trasforma così, poco a poco, anche in una sorta di opera testamentaria del regista palermitano che si mette completamente a nudo, con un percorso a ritroso che racconta dei vent'anni in coppia con Daniele Ciprì con Cinico Tv su Rai 3 e lo scandalo del film censurato Totò
che visse due volte. Anche qui la religione, quella sentita e praticata dai più umili, fa capolino varie volte come possibilità di ultima resistenza di fronte alle difficoltà della vita e al totale degrado della società.