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L'Umbria "scopre" il business delle sagre: promuovono le città

Presentata la terza indagine annuale sulle sagre svolta dall'Agenzia Umbria Ricerche. L'assessore regionale al Commercio Giovannetti: «Rivestono un peso importante per le nostre città e i nostri paesi». L'Aur: determinanti per tenere vive le nostre tradizioni

Più che manifestazioni enogastronimiche, un business. «Dalla terza indagine annuale sulle sagre emerge sempre di più il radicamento e lo stretto legame con il territorio così come emerge il peso che rivestono per la promozione delle città e dei paesi dell'Umbria». Lo ha sottolineato l'assessore regionale al Commercio, Mario Giovannetti, presentando a Palazzo Donini la terza indagine annuale sulle sagre realizzata dal Servizio Commercio della Regione Umbria in collaborazione con l'Agenzia Umbria Ricerche («Aur»), nell'ambito dell'Osservatorio regionale del Commercio. «L'indagine - ha spiegato Giovannetti - evidenzia come le sagre rappresentino una tradizione popolare consolidata, legata ai luoghi e ai prodotti tipici, e il loro importante ruolo di aggregazione. Partendo dai risultati di questa indagine e con il contributo di tutti i soggetti coinvolti si dovrà affrontare un percorso condiviso per un consolidamento del fenomeno, in un processo di rinnovamento e riorganizzazione, che sarà regolato nell'ambito del testo integrato sul commercio di cui è prevista l'approvazione nella prossima legislatura». A sottolineare l'importanza delle sagre, anche Claudio Carnieri, presidente dell'Agenzia Umbria Ricerche: «Continuano l'antica straordinaria tradizione delle nostre terre».
I risultati della rilevazione 2008, condotta attraverso questionari sottoposti ai 92 Comuni umbri, sono stati illustrati dal direttore di «Aur», Anna Ascani, e dalla ricercatrice Enza Galluzzo. Sono state ampliate - riferisce un comunicato della Regione - le informazioni raccolte, includendo il periodo di svolgimento delle sagre, il numero di edizioni svolte, i riferimenti degli organizzatori. Inoltre, è stato chiesto direttamente agli organizzatori quale sia la destinazione dei fondi raccolti e informazioni sugli sponsor e sull'affluenza.
Le sagre sono 634. Il 69 per cento, 439 sagre, appartiene alla tipologia B («sagre organizzate esclusivamente o prevalentemente per finalità di volontariato in genere, culturali, politiche, religiose e sportive») e il rimanente 31 per cento, 195 sagre, alla tipologia A («sagre caratterizzate per attinenza e rappresentatività culturale del prodotto oggetto della somministrazione in rapporto al territorio comunale o a singole zone dello stesso»). Per quanto riguarda la durata, la maggior parte (il 45,3 per cento) va dai 5 ai dieci giorni. Tra queste, prevalgono le sagre (23,3%) che durano 10 giorni (limite previsto dalla legge). Sono oltre il 37% del totale le sagre fino a 5 giorni, mentre a circa il 18 per cento è stato consentito di superare i dieci giorni di durata per la loro «consolidata tradizione».
I mesi preferiti per lo svolgimento sono quelli estivi, in cui si concentrano il 77% dei giorni totali, con il picco più alto in agosto (il 34%) seguito da luglio e giugno, ma le manifestazioni sono distribuite sull'intero arco dell'anno. Oltre un terzo delle sagre viene organizzato dalle pro loco, seguite dalle Associazioni sportive che gestiscono il 18% delle manifestazioni e da quelle culturali (circa il 12%). In merito alla data di origine, la maggior parte delle sagre (63%) è sorta prima del 1999, cioè prima della emanazione della normativa di riferimento, la legge n.46/98, il 22% nel periodo 1999-2004 e il 15% dopo il 2005. Due sagre hanno una tradizione ultracentenaria; delle 26 sagre più antiche la maggior parte sono di tipologia B e si trovano nella provincia di Perugia. Sono stati raccolti, inoltre, dati aggiuntivi avvalendosi della collaborazione degli organizzatori per 151 sagre, circa un quarto del totale. Il numero medio di sponsor a manifestazione è 35 (su un totale di 110 risposte); oltre la metà delle sagre che hanno risposto ha un numero di sponsor superiore a venti. Per quanto concerne gli impieghi degli introiti, sono state raccolte le iniziative sostenute dai Comitati organizzatori negli ultimi due anni. Ne emerge che la destinazione più frequente è il beneficio a favore della comunità di riferimento. I fondi sono destinati poi all'autofinanziamento e al miglioramento delle sue condizioni di svolgimento, spesso con altre finalità di sostegno del territorio. In misura marginale, i proventi sono destinati per iniziative fuori dal territorio di riferimento: ci si limita a casi quali il terremoto dell'Abruzzo o il sostegno ad associazioni di ricerca scientifica su malattie. Entrando nel dettaglio, tra le principali tipologie di destinazione ci sono la sistemazione, creazione di aree verdi, contributi all'associazionismo, promozione di attività culturali e sociali, di attività ricreative, beneficenza, manutenzione, recuperi, restauri, ristrutturazioni di opere cittadine, sostegno a rievocazioni storiche, allestimento di sale polivalenti, sostegno alla scuola e incentivazione allo sport. Dei 92 Comuni umbri, quelli nei quali sono state effettuate sagre nel 2008 sono 86, contro le 84 dell'anno precedente. Complessivamente, il numero medio di sagre effettuate è di 7,4 contro il 7,5 del 2007 e il 7,6 del 2006. Nel 14 per cento dei Comuni si fa almeno una sagra; la metà dei Comuni ne ospita fino a cinque. Le prime due posizioni per la concentrazione di sagre sono occupate da Perugia (con 47) e Terni (39 sagre).

Dall'esame della distribuzione in rapporto ai Servizi turistici associati emerge che l'area in cui si concentrano più sagre è quella del Ternano (107), seguita dal comprensorio del Trasimeno (74), area del Perugino (66 sagre) e Orvietano (64).

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