In occasione del secondo anniversario della scomparsa di Oriana Fallaci, il presidente del consiglio comunale Marco Pomarici, ha promosso una serie di iniziative per commemorare la grande scrittrice. Lunedì 15 settembre in piazza del Campidoglio alle 10 sarà aperta al pubblico una ricca mostra fotografica sulla giornalista fiorentina. Alle 21 inizierà la serata di gala, presentata da Attilio Romita del Tg1, che si concluderà con il concerto di Amedeo Minghi. Fra gli ospiti il sindaco Alemanno, il senatore Francesco Rutelli, la scrittrice Maria Giovanna Maglie.
Marco Pomarici, lei ha curato levento. Che ricordo ha della Fallaci?
«Di una donna forte, coraggiosa, che ha lasciato il segno in tutti noi italiani, forse in tutto il mondo. Basti dire che l11 settembre, quando si trovava proprio a New York, è rimasta talmente scioccata da scrivere di getto quel libro straordinario che è La rabbia e lorgoglio».
Guadagnandosi gli strali di certa sinistra estrema...
«Ma Oriana ha reagito da par suo. Del resto il coraggio lo aveva già dimostrato da inviata di guerra su tutti i fronti, a cominciare dal Vietnam. Il titolo dellevento è non a caso Ricordando Oriana, Saigon, New York, Firenze. Questultima la città a lei più cara, dove è sepolta».
La ricorrenza della Fallaci è lultima delle iniziative che lei ha preso. Che bilancio può tirare di questi primi cento giorni da presidente del consiglio?
«Positivo, direi. Ci sono stati in consiglio momenti polemici, ma è la normale dialettica. Ho cercato sempre di svolgere un ruolo super partes».
Però non ha saputo trattenersi dallesultare quando si è conclusa la vicenda del Pincio....
«Quella è stata una grande vittoria. Da consigliere comunale ho fatto una lunga battaglia contro il mega-parcheggio».
Lopposizione non demorde. Lunedì sul Pincio ha annunciato una mozione.
«Analizzeremo i loro documenti, ma sono sicuro che la decisione è ormai definitiva. I romani possono festeggiare perché il Pincio è stato liberato definitivamente da questo grande scatolone di cemento».
La sinistra in Aula Giulio Cesare però non perdona niente ad Alemanno, ha scelto la via dello scontro duro.
«È unopposizione preconcetta, priva di contenuti. Noi quando eravamo allopposizione abbiamo fatto sempre proposte costruttive, loro mai».
In questi cento giorni qual è stata la maggiore soddisfazione?
«Indubbiamente il giorno della mia elezione. Se ricordo la data? Certo, il 26 maggio».
E il momento più triste?
«Quando ho proclamato un minuto di silenzio per la morte di una giovanissima consigliera del XVII municipio, a fine giugno».
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