Lunedì a Roma scatta l’ora del digitale terrestre

Roma«Dobbiamo fare in modo che anche mia madre, che ha 89 anni, o mio cugino, che lavora troppo ed è molto distratto, capiscano bene che dal 16 novembre nel Lazio la tv analogica non si vedrà più». Ma niente di drammatico. Anche perché nella condizione dei parenti del viceministro allo Sviluppo economico (con delega alle Comunicazioni) Paolo Romani si trova soltanto il dieci per cento della popolazione ancora disinformata in proposito («il 5 per cento non ha ancora acquistato il decoder; l’altro 5 non sa neppure che il 16 ci sarà lo switch off»).
«La Rai si è infatti mostrata sensibile alla nostra preoccupazione - tranquillizza Romani - e ha intensificato l’informazione sull’argomento. Così i risultati già si vedono: a giugno solo il 67 per cento degli italiani possedevano un decoder. Oggi siamo arrivati al 90». Mancano insomma solo cinque giorni all’ora X. Lunedì 16 in tutto il Lazio, provincia di Viterbo esclusa, avverrà appunto lo «switch off»: cioè il passaggio dal segnale analogico al segnale digitale terrestre. Per continuare a percepire i canali abituali, più tutti quelli nuovi (e gratuiti) basterà semplicemente munirsi di un decoder, da applicare al vecchio televisore, o acquistare uno dei nuovi televisori che hanno il decoder incorporato.
«Il viceministro era preoccupato che la Rai facesse il massimo sforzo possibile, per informare i telespettatori - osserva il presidente della Rai, Paolo Garimberti -. Preoccupazione legittima: quella del Lazio sarà infatti la più grande area europea finora digitalizzata e comprende Roma, la prima capitale europea a digitalizzarsi. La Rai ha assicurato il suo massimo impegno. Senza la Rai l’Italia sarebbe più povera; forse meno libera». Il passaggio interesserà 363 Comuni, circa 5 milioni di abitanti, e 1.224 impianti. Dettagli importanti: chi il decoder già lo possiede, dopo il 16 dovrà risintonizzarlo. Chi invece avrà qualche problema con l’antenna potrà chiamare l’apposito call center che ha, in proposito, ricevuto già seicentomila telefonate. Quanto al contributo statale che consente di risparmiare il 50 per cento sull’acquisto del decoder, «fino ad oggi sono stati erogati quasi un milione di contributi», informa il viceministro che aggiunge: «basta recarsi dal rivenditore col proprio codice fiscale: il rivenditore ha già nel suo computer i codici degli aventi diritto allo sconto».
A margine dell’annuncio sullo switch off, Garimberti ha approfittato per ricordare a Romani «l’assoluta necessità che il governo ci aiuti a combattere l’evasione al pagamento del canone». «Non voglio nemmeno qualificare le campagne stampa che invitano addirittura a non pagarlo - dice il presidente -. Bisognerebbe invece farlo pagare a chi lo evade: in questo modo potremmo abbassarlo alle fasce più deboli. Noi non possiamo permetterci che il servizio pubblico funzioni male. Piaccia o non piaccia, esso è un baluardo della libertà di espressione richiamata proprio in questi giorni dal presidente Napolitano. Quindi delle due l’una: o ci sono i soldi per fare un adeguato servizio pubblico, o la Rai lo farà solo con i soldi attualmente raccolti dal canone. E questo ridurrebbe drasticamente qualità e contenuti della programmazione».


La risposta di Romani: «Rimango straconvinto che il servizio pubblico sia un momento fondamentale nella comunicazione di questo Paese. Quanto al canone, che tutti devono pagare. Passeremo presto allo studio dei metodi necessari per limitarne l’evasione, che attualmente è circa del 30 per cento. Se lo pagheremo tutti, lo pagheremo di meno».

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