Nicolas Sarkozy sarà il primo leader a incontrare Barack Obama, il primo leader a visitare la Casa Bianca in qualità di capo di Stato francese e presidente di turno di G8 e G20. Sarkozy e Obama si vedranno lunedì. La loro relazione non è mai decollata. Questa volta però l'esuberante francese potrebbe essere d'aiuto al pacato collega americano e viceversa: l'incontro, infatti, arriva dopo un 2010 sfibrante per i due leader, entrambi alla ricerca di un rilancio, sia in politica estera sia sul fronte interno.
Non c'è mai stata tra i due un'intesa degna di nota. Eppure, agli inizi, Obama e Sarkozy si erano piaciuti. Due anni fa, raccontano le cronache diplomatiche, i collaboratori del presidente francese fecero di tutto per ottenere un incontro - in anticipo su tutti - con il neo-eletto presidente americano. Non ci fu nulla da fare. I due si strinsero la mano in Normandia soltanto a giugno, sei mesi dopo l'ingresso del nuovo leader alla Casa Bianca, in occasione delle celebrazioni dello sbarco americano. E fece notizia il garbato rifiuto della famiglia Obama di un invito a pranzo all'Eliseo. Ai fasti di corte, Michelle e Barack preferirono un bistrot parigino.
Eppure, durante l'elettrizzante campagna elettorale del senatore dell'Illinois, le premesse sembravano positive. È un entusiasta Sarkozy che riceve all'Eliseo il candidato democratico, con queste parole: «L'avventura di Barack Obama è un avventura che risuona nei cuori e nelle menti». Lo spinto atlantismo di Sarkozy, reputato il presidente più pro-americano della storia di Francia («visceralmente pro-americano», secondo un cablogramma diplomatico pubblicato da Wikileaks), il ritorno di Parigi nel comando integrato della Nato, l'impegno in Afghanistan del governo francese, il sostegno generale alla politica estera degli Stati Uniti dopo gli anni di frizioni tra l'Amministrazione Bush e Jacques Chirac non sembrano bastare a conciliare le personalità dei due leader.
L'estrosa iperattività di Sarkozy si scontra con la fredda calma del collega americano. Il rifiuto dell'invito a pranzo all'Eliseo è stato seguito a marzo del 2010 da un invito alla tavola della Casa Bianca. La cena non ha cancellato però gli screzi politici: sull'Iran, per esempio, Sarkozy non ha mai nascosto di voler vedere un'Amministrazione americana meno tesa al negoziato infinito e non ha apprezzato l'aperto sostegno di Obama all'ingresso della Turchia nell'Unione europea, questione che lascia la Francia scettica.
Quello di lunedì è per i due leader il primo incontro internazionale di un anno carico di appuntamenti, in cui entrambi puntano al rilancio dopo mesi difficili. Dopo il successo ottenuto con l'approvazione della riforma delle pensioni e in seguito a un atteso rimpasto di governo, Sarkozy sale con lentezza nei sondaggi: soltanto tre punti, secondo il Figaro, che portano la sua popolarità a un magro 27%. Nel 2010 i dati sono stati impietosi, soprattutto in estate, in seguito ai rimpatri di rom voluti dal governo. Sono scesi ancora in autunno, durante le contestazioni popolari contro la riforma della previdenza. Anche Obama è stato rafforzato negli ultimi mesi da un successo legato a una riforma, quella della sanità.
Ma anche il suo 2010 è stato faticoso e pieno di critiche a un'Amministrazione che aveva sollevato grandi aspettative, sgonfiatesi con la sconfitta democratica alle elezioni di metà mandato, a novembre.
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