La lunga notte degli Uffizi nel segno dei filosofi
20 Giugno 2005 - 00:00Il tributo al francese Bernard Henry Lévy e al commissario europeo Emma Bonino
da Firenze
Bernard Henri Lévy è convinto che in Francia sono tornati i «vecchi demoni: la paura dellaltro, la xenofobia, il nazionalismo stretto». Chiama questo nuovo scenario «sovranitismo». È la nuova corrente francese che accomuna Destra e Sinistra antieuropea e che con il suo «no» alla Costituzione ha fatto breccia allaffondo della Gran Bretagna, che ha una visione «solo mercantile» dellEuropa. «È una crisi drammatica e uscirne sarà un cammino lungo e faticoso». A Lévy, 57 anni, leader dei nouveaux philosophes, intellettuale, polemista e romanziere, è stato assegnato ieri sera a Firenze il premio speciale «Per la libertà di pensiero» alla Nona edizione del premio Galileo. Insieme a lui riconoscimenti sono andati ad altri quattro illustri nomi contemporanei: ad Andrea Bocelli - che nel corso della serata al Giardino dei Boboli ha cantato lAve Maria di Gounod -, alla giovane pianista russa Ksenia Bashmet, allex commissario europeo Emma Bonino (per la pace), al romanziere messicano Carlos Fuentes (per la cultura).
Il premio Galileo, fondato e animato con passione da Alfonso De Virgiliis, ha attirato ieri sera a Firenze 1.200 ospiti dallItalia e dallestero, in rappresentanza del mondo della politica, della cultura, dellarte, delleconomia. Un appuntamento spettacolare che ha coinvolto centinaia di musicisti e ballerini in un percorso che si è articolato attraverso la Galleria degli Uffizi, il Corridoio Vasariano, la Galleria Palatina di Palazzo Pitti. Il shakespeariano «Sogno di una notte di mezza estate» è stato il tema conduttore di tutta la serata. Dal 1996, anno della prima edizione, il Galileo è costantemente cresciuto per prestigio internazionale e per opulenza organizzativa; e dalla sua originaria vocazione squisitamente musicale si è esteso ai campi della politica e della cultura. Tra i vincitori del passato vanno ricordati Zubin Mehta, Giuseppe Sinopoli, Franco Battiato, Uto Ughi, Shimon Peres, Riccardo Muti e Jack Lang.
Tornando a Lévy e alla sua idea dEuropa, egli ha detto che nel futuro del continente sono tre i modelli che si possono ipotizzare: «Una somma di piccoli Stati-museo, colonie dei grandi imperi americano e cinese. Il secondo modello: un continente unificato dal punto di vista economico ma dove i cittadini non avranno tutti i diritti ai quali possono aspirare, e cioè unEuropa senza unità politica: quella preparata - ha sottolineato - dal no francese alla Costituzione. UnEuropa buona per il business, ma non per i suoi abitanti. Infine, unEuropa politica dove accanto alleconomia ci sarà spazio per i diritti dei cittadini.
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