«Lunga vita a Berlusconi dopo di lui una squadra»

RomaL’ultimo sasso nelle acque non certo placide del Pdl lo lancia Roberto Formigoni. Il governatore lombardo riunisce la sua Rete Italia a Riva del Garda e chiede una «riforma interna del Pdl». «La nostra rete si sta allargando. Raffaele Fitto, Mariastella Gelmini, Saverio Romano, Maurizio Sacconi erano qui perché si riconoscono nella rete. Con loro condividiamo l’idea di una riforma interna del Pdl». Non è però questo il momento di mettere la questione partito al primo punto dell’agenda, vista la situazione di crisi: «Adesso ci sono altre priorità nel Paese, a partire dalla questione dei profughi. Ma nel partito vogliamo che la gente possa discutere, contare nella scelta del leader».
La richiesta avanzata da Formigoni non è certo isolata. Sono molte, infatti, le voci che da settimane chiedono un rilancio del partito. Una «necessità» che, in una visione in filigrana, nasconde interessi diversi e complessi. Sullo sfondo spuntano, infatti, le prime avvisaglie della grande disfida per la successione, il posizionamento in vista della definizione di una futura leadership. Formigoni, ad esempio, fa esercizio di onestà e non nasconde le sue ambizioni. «Lunga vita a Berlusconi, personale e politica» dopodiché «se Berlusconi decidesse un’altra scelta credo che dovremmo essere pronti con una squadra. Dopo Berlusconi non ci sarà un altro Berlusconi. Ci sarà un gruppo di persone capaci di stare insieme e rifare al popolo italiano la proposta politica che in questi anni Berlusconi ha saputo portare avanti».
Il problema, però, è non confondere il futuro con il presente. E così, di fronte al fiorire di critiche, malumori e personalismi, l’invito a darsi tutti una regolata, alla fine di una settimana di ordinaria follia, viene stampato a chiare lettere da più di un esponente del Pdl. Maurizio Gasparri, ad esempio, lancia la sua stoccata: «In questa fase emergono ambizioni superiori al numero delle posizioni che si possono assegnare. Sarebbe bene che si comprendesse che se ognuno pensa di mettere in acqua il suo vascelletto per farsi notare, alla fine si svuota la nave e si perdono le elezioni. A quel punto saranno in molti a rimpiangere questa stagione». Per Gianfranco Rotondi «il Pdl ha bisogno di unità e chi viene da una scuola politica antica deve essere lievito di unità e non di sterili frazionismi». Osvaldo Napoli, a sua volta, invita tutti a «lasciare da parte le divisioni e marciare compatti per vincere le amministrative. Critiche e divergenze verranno affrontate ma dopo il voto». Il problema è che alcuni ex forzisti pretendono un chiarimento prima della scadenze elettorale. Ed è evidente che non sarà scontato far passare la tesi della necessità di un rinvio del confronto interno. Il braccio di ferro tra incendiari e pompieri è, infatti, destinato a continuare lungo le consuete direttrici: passaggio al coordinatore unico; rilancio della stagione congressuale e valorizzazione delle risorse sul territorio.

In ogni caso è convinzione diffusa che un vero restyling del Pdl possa avvenire soltanto in caso di sconfitta alle amministrative. Motivo di più per cui Berlusconi si augura di non essere costretto a mettere mano alla struttura e all’organizzazione del partito.

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