Roma - Arsenico, vecchi merletti e fantasmi un po’ decrepiti tornano a fare capolino sulle pagine dei nostri quotidiani. Il titolo, incastonato in posizione importante sulla prima pagina de la Repubblica, è di quelli che fanno scalpore: «Sul mercato politico il ritorno di una nuova P2». L’occhiello è anch’esso promettente - «Dietro l’affare Visco- Speciale si nasconde un agglomerato oscuro che incrocia Fiamme Gialle, Sismi e Security Telecom. E prospera sulle debolezze dei partiti » -mentre nelle pagine interne si parla di «network Pollari-Speciale» e si menano fendenti sul Sismi, sulle branche investigative della Finanzamaanche sulla politica, pavida e sottomessa di fronte al nuovo potere occulto.
Una costruzione giornalistica che punta ad accreditare una tesi: quella secondo cui Vincenzo Visco, più che ostacolare l’indagine Unipol, procedendo alla rimozione dei vertici lombardi della Guardia di finanza, volesse spezzare questo network. Un azzardo che lo avrebbe portato a sbattere contro il muro della sua stessa maggioranza, responsabile di aver stretto un «patto di non aggressione» con questa rete. Il thriller complottistico accreditato da Repubblica non accende, però, alcun entusiasmo nel mondo politico. Che anzi, tranne alcune sporadiche eccezioni, liquida come merce avariata l’inchiesta condotta da una delle prime firme del giornale: Giuseppe D’Avanzo. Il ministro della Difesa, Arturo Parisi, ad esempio ritiene che l’articolo pubblicato da Repubblica mescoli qualche elemento di verità, «peraltro già noto, a una dose di veleno decisamente superiore a quello previsto nelle ricette che governano questo genere giornalistico.
In particolare sulla supposta intenzione del governo attualmente in carica di tutelare il passato, i traffici e la fortuna dei protagonisti del network oggetto del suo articolo. Ritengo infatti - sottolinea - privo di ogni fondamento sostenere che l’ammiraglio Bruno Branciforte sia stato mandato al Sismi senza alcuna delega in bianco o margini operativi e sia stato consegnato a un imbarazzato stato di impotenza». Nell’Unione la tesi sposata dal quotidiano diretto da Ezio Mauro viene giudicata credibile da Alfonso Pecoraro Scanio che invoca l’intervento dei presidenti delle Camere. Nel centrodestra, invece, una convinzione su tutte si fa strada: che la denuncia di Repubblica non sia altro che un tentativo di gettare fumo sul caso Visco. «Invece di prendere atto della realtà di un atto sconsiderato del viceministro Visco, che ha fatto indebite ingerenze sui vertici della Guardia di finanza» attacca Sandro Bondi «la sinistra e i suoi giornali si rifugiano nella fantascienza inventando mostri immaginari fatti di presunti apparati semiclandestini e rispolverando il fantasma della loggia P-2».
Ancora più diretto Roberto Maroni. «Il problema non è la nuova P2, ma Unipol 2, cioè U2. Mi chiedo se l’ipotesi di una nuova P2 fosse contenuta in qualche inserto letterario di qualche giornale». L’azzurra Elisabetta Alberti Casellati sceglie la via dell’ironia. «Si parla di nuova P2, di servizi e segreti e di un golpe alle porte. Mancano Star Trek e, magari, la Banda Bassotti, che, per conto di Berlusconi, ruba documenti preziosi».
Ese Sergio De Gregorio parla di «turpe teoria mediatica», Maurizio Gasparri fa una promessa. «Sul caso Visco la sinistra cerca di buttarla in rissa alimentando le solite campagne di menzogne. Ma la vicenda non si è certamente chiusa con la vergognosa estromissione di Speciale. Andremo fino in fondo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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