Ogni mattina la paura era là: precisamente dove lavevi lasciata la sera prima. Conoscevi esattamente il punto oscuro. Fonte della più orrenda e inconfessabile angoscia perché la strada non cambiava mai: casa-asilo andata e ritorno. Stesso orario, stesso tragitto, stessa paura. La certezza non cera, ma era altamente probabile che il lupo abitasse proprio prima delledicola e subito dopo il panettiere. Dietro langolo; pronto ad attaccare appena abbassavi la guardia. Un paio di metri quadrati di erbacce e alberi spelacchiati cresciuti tra i palazzi. Una foresta per una bambina. Sentivi quegli occhi giallissimi e sottili puntati addosso ed eri certa che al primo segnale di debolezza lui avrebbe attaccato. Sbranata sulla via dellasilo senza lasciare traccia. Per quello evitavi di ascoltare la favola in cassetta di Cappuccetto Rosso. Non volevi stuzzicarlo, attirare la sua attenzione. Indispettirlo. Arrivati allangolo iniziata la sfida. La mano più stretta a quella della nonna, passo svelto e occhi puntati verso le foglie. Alla nonna meglio non dire niente per non farle paura, ma con un colpo di vento morivi di spavento. In tre anni da quel cespuglio non è mai uscito nessuno. Neanche un topo. Due anni dopo lasilo era finito e una colata di cemento ha abbattuto la paura. Anche se il lupo cattivo aveva sicuramente traslocato per tempo.
Oggi quel lupo ha perso moltissimi punti. Anzi peggio, ha perso la dignità, e ai bambini moderni non fa più paura. Anzi, quasi quasi fa tenerezza. A dirlo un gruppo di ricercatori delluniversità dellAlabama che ha analizzato oltre mille casi. Oggi si pensa al lupo e al massimo viene in mente «Balla coi lupi». Kevin Kostner lo aveva battezzato «Due calzini», faccia curiosa e in cerca di amicizia, mansueto e timoroso come un cocker. Kevin gli dava da mangiare e lui arrivava felice.
Ecco, probabilmente la decadenza deve aver avuto inizio in quel momento. Fino al tracollo definitivo. Il bambino moderno non si fa intimorire dalla minaccia: «Fai il bravo o arriva il lupo cattivo». «E chi è?» risponderebbe. Sa troppo di bugia, troppo irreale. Nessuno si fa più fregare da un lupo. I mostri oggi hanno la faccia di un kamikaze, di un guerrigliero afgano. La paura si chiama attacco biologico, sequestro, uragano. Cose moderne. Sono questi i nuovi incubi dei più piccoli. Al top della fifa cè quella di essere rapito. In vacanza o sullautobus poco importa. Gli estranei sono sempre fonte di pericolo. Seguono gli attacchi terroristici, la guerra e le sparatorie nelle scuole. Cose che un paio di generazioni fa erano pura fantascienza per adolescenti. Insomma, le ansie dei piccoli di oggi, sono molto più simili a quelle degli adulti. La fantasia non ha bisogno di tanto materiale. Basta immaginarsi un tipo scuro con bandane nere armato di mitra e bombe a mano per una giusta dose di strizza. Secondo i ricercatori al quinto posto tra le angosce dei più piccoli che hanno tra i 7 e 10 anni cè lAids. La paura di essere contagiati è anche la stessa paura degli adolescenti tra 11 e 18 anni. Colpa della televisione, dellinformazione e dei videogiochi sempre più cruenti, dicono gli esperti.
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