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L'uso di Facebook al lavoro spacca il Comune di Reggio Opportunità o distrazione?

I dipendenti comunali navigano più su social network e siti di informazione che sui portali necessari al lavoro. E il Pdl insorge: "Assenteismo virtuale". Giusto bloccare l'accesso a Facebook dal posto di lavoro? Vota e di' la tua

L'uso di Facebook al lavoro spacca il Comune di Reggio Opportunità o distrazione?

Da quando la rete è parte integrante del lavoro di quasi tutti e soprattutto da quanto Facebook ha "contagiato" gli italiani, il dibattito su quanto chat e social network possano distrarre dal lavoro. Molte aziende sono già corse ai ripari, inibendo l'accesso ai siti web non necessari. Ma cosa succede se si parla di dipendenti pubblici?

Ultima delle pubbliche amministrazioni ad essersi posta il problema è il Comune di Reggio Emilia dove il tema è stato affrontato addirittura durante il consiglio comunale e i sindacati si sono mobilitati per difendere il diritto dei dipendenti del municipio alla "pausa social network", come riporta ItaliaOggi.

Del resto Annamaria Terenziani, avvocato e consigliere Pdl, ha avuto le sue buone ragioni per presentare la mozione anti-Facebook. Nel suo dossier ha spiegato che il portale è "il secondo sito più cliccato dai dipendenti del Comune, più visitato persino rispetto al motore di ricerca Google". Il primo è Repubblica, mentre è solo sesto il sito di "Sicaps", l'unico tra i primi sette di interesse istituzionale (permette di sovrappore le mappe geografiche delle sedi comunali e controllare la viabilità locale).

Così, se per il Pd l'uso dei social network permette al personale del Comune, dal sindaco all'usciere, un dialogo diretto ed efficace con i cittadini, il Pdl è categorico: basta distrazioni. Per il centrodestra, inoltre, la concessione non è altro con cui i democratici vogliono ingraziarsi i dipendenti.

Per la Terenziani, che ha coniato l'espressione "assenteismo virtuale", gli impiegati che navigano su siti non legati al proprio lavoro, "danneggiano la prestazione contrattualmente dovuta in quanto sottraggono tempo all'attività lavorativa". Tra l'altro il consigliere Pdl ha ricordato che "il blocco preventivo è considerato dal garante della privacy preferibile all'effettuazione di controlli successivi, dai quali può derivare un trattamento di dati personali del lavoratore, anche sensibili".

In una giunta a maggioranza democratica, ha vinto la linea permissiva, ma la polemica ha spaccato anche il centrosinistra: due consiglieri si sono schierati con il Pdl e uno si è astenuto. Tanto da costringere il Pd a invitare i dirigenti a "effettuare una valutazione sull'utilizzo effettivo della rete da parte dei dipendenti per poi valutare necessarie misure di razionalizzazione".

La questione mette, inoltre, in imbarazzo i grillini, paladini della rete e del suo uso nella politica, ma anche impegnati nel combattere i costi della politica.

E usare Facebook e chat sfruttando la connessione pagata dal Comune non è certo un risparmio.

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