«Macché barche e gioielli Io nemmeno li conosco»

MilanoNoleggi di barche e vacanze esotiche pagati «allo stesso Ponzoni e al suo capo Formigoni» dalla società immobiliare Mais, di cui è stato socio fino al 2005 anche l’ex assessore Massimo Ponzoni. E poi una fattura da 10mila euro «per l’acquisto di articoli di gioielleria (non inerenti all’attività della società fallita)», per «un regalo acquistato da Ponzoni Massimo per il governatore». È quanto si legge nell’ordinanza del gip Maria Rosaria Correra nell’inchiesta della procura di Monza sul fallimento della società Pellicano e riferendosi agli interrogatori e a una lettera sequestrata a Sergio Pennati, socio e uomo di fiducia di Ponzoni. «Io non conosco il signor Pennati, né conoscevo l’esistenza di questa Immobiliare Mais», ha replicato ieri Formigoni. «Non ho mai usufruito di vacanze o barche pagate da questi signori o da questa azienda». Nessuna intenzione di sminuire l’indagine, ma l’intenzione di distinguere bene le responsabilità. «Ci sono - ha spiegato Formigoni - questioni personali. I fatti sono gravi e se dimostrati veri peseranno in maniera molto grave su chi se ne è reso responsabile. Non c’è però una questione politica anche perché, come abbiamo dimostrato nel caso di Nicoli Cristiani (l’altro ex assessore del Pdl in Lombardia arrestato qualche mese fa, ndr), non c’è nessuna responsabilità della Regione». Perché «anche nel caso di Ponzoni, le accuse non tirano minimamente in causa l’amministrazione». Una stoccata, invece, a chi chiede dimissioni ed elezioni anticipate. «Le opposizioni si dimostrano come sempre dei corvi e non sono capaci di pensare politicamente, ma soltanto di sfruttare in maniera indegna accuse ancora tutte da dimostrare».

Soprattutto, ha aggiunto, «meraviglia il comportamento del Pd che ha visto il suo vicepresidente del consiglio regionale Filippo Penati per primo implicato e in fatti gravissimi». Quelli sì, se dimostrati, contro la pubblica amministrazione.

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