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«Macché emarginati, volevano solo rubare»

La sua casa è nella centralissima Chelsea, ma ogni due settimane Carlo Cudicini va a Tottenham, nord-est di Londra. Appuntamento a White Hart Lane, per le partite casalinghe degli Spurs, la sua squadra dal 2009. Oggi inizia la Premier League, ma il debutto del club londinese è stato rinviato per ragioni di sicurezza. «Mi dispiace molto - commenta Cudicini -, ma da quello che ho visto in tv tutta la zona attorno allo stadio è stata messa a ferro e fuoco».
Ma che quartiere è Tottenham?
«Non posso dire di frequentarlo spesso, ma ogni due settimane ci vado. Certo, quando giochiamo c’è sempre molta gente in strada. E non si respira alcuna tensione anche grazie alla polizia. Ma quando mi è capitato di passarci la sera, non posso descrivere quell’area come tranquilla. Nelle zone meno illuminate si riuniscono gruppi di giovani incappucciati e non sai cosa aspettarti».
Come ti spieghi quanto successo a Londra?
«Sono molto sorpreso. Non è stata certo una bella pubblicità per Londra che ha sempre avuto giustamente la fama di città aperta e tollerante, dove le culture e le religioni differenti sanno convivere pacificamente. Soprattutto perché siamo nell’anno olimpico e Londra ha gli occhi del mondo addosso. Ma come capita ovunque, anche qui la protesta civile è degenerata in violenza a causa di un certo numero di teppisti».
Hai avuto paura?
«No, perché vivo in un quartiere tranquillo. Non mi pare però che dietro queste sommosse ci fossero motivazioni politiche o sociali. Ho anche parlato con alcuni compagni di squadra, alcuni dei quali provengono da quelle zone. Sono d’accordo con me nel dire che si tratta di teppisti che hanno approfittato della situazione per fare casino e saccheggiare.

Per loro è stato divertente distruggere un’intera zona di Londra e lottare contro la polizia».

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