RomaOnorevole Silvano Moffa, siete «i Responsabili». Ma fino a quando?
«La responsabilità è una categoria della coscienza, non della politica».
Sibillino. Alcuni sostengono che abbandonerete il Cavaliere.
«Nel modo più assoluto. La scelta coraggiosa labbiamo fatta il 14 dicembre, nellesclusivo interesse del Paese. Andiamo avanti a sostenere governo e maggioranza».
Il vento sembra cambiato dopo le amministrative e il referendum.
«Giusto. E ora è il tempo della politica. Siamo, e vogliamo essere sempre di più, la terza gamba della maggioranza».
Fino ad oggi avete dato unimmagine di divisione: trenta cani sciolti tra cui alcuni malpancisti per non aver ottenuto ricompense.
«Il mio impegno è quello di tenere uniti tutti e trovare una nostra identità definita».
Che sarebbe?
«Riconoscersi nei valori del partito popolare europeo».
Ma tra di voi cè pure gente che proviene dallItalia dei valori.
«Cè uneterogeneità di provenienza ma può venir fuori unidentità comune. Sul Meridione per esempio».
La vostra vocazione sudista è nota.
«Certo, abbiamo bisogno di più politiche per il Sud».
Quindi si preannunciano scontri con la Lega?
«Non credo. Per esempio spingeremo perché si concluda il federalismo fiscale e si faccia quello istituzionale con la creazione di un Senato delle Regioni. Non solo: su unaltra cosa il Carroccio ha ragione».
Questa poi... Su cosa?
«Nella battaglia per permettere agli enti locali virtuosi di spendere i soldi che hanno in cassa».
Comè possibile che non lo possano fare?
«Colpa del patto di stabilità che non permette di spendere neppure chi ha le risorse. Rivediamolo e potrebbero ripartire investimenti ed economia. In più i comuni non sarebbero costretti ad aumentare i prezzi dei servizi».
Anche voi criticate Tremonti?
«Occorre superare la dicotomia rigore-coraggio. Tremonti è stato bravissimo a tenere i conti a posto. Anche merito suo se non abbiamo fatto la fine della Grecia. Ma...».
Ma?
«Ora occorre dare dei segnali diversi e fare le riforme adeguate per recuperare competitività e aiutare le famiglie».
Facile a dirsi. Ma Tremonti continua a dire che i soldi non ci sono.
«Mi sembra che limpalcatura della sua riforma fiscale vada nella direzione giusta: il confronto è aperto».
Torniamo ai Responsabili. La sua nomina a capogruppo, al posto di Sardelli, è stato un parto.
«Sì ma oggi sè sbloccato tutto con una nomina allunanimità che ha evitato il voto. Bene così».
Farete un nuovo partito?
«È prematuro. Minteressa tenere unito il gruppo e contribuire al buon successo del centrodestra».
Micciché e la sua «Forza del Sud» sono una minaccia per voi? Quelli di Noi Sud, Belcastro, Iannaccone e Porfidia, potrebbero abbracciare «gli arancioni»?
«Non credo. In ogni caso distinguerei il ruolo del parlamentare da quello politico. Potrebbero federarsi a loro politicamente ma restare nel gruppo».
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