da Roma
Fino a qualche settimana fa nemmeno il ministero dellEconomia aveva messo sul sito Internet la lista dei consulenti di via XX settembre e dei relativi compensi. Poi, piano piano, quasi tutte le amministrazioni pubbliche e le società partecipate dallo Stato si sono messe in regola con le norme di trasparenza previste dall scorsa finanziaria. Tra le grandi società pubbliche che ancora non ne hanno sentito il bisogno ne spicca una: la Rai. A pizzicare la televisione pubblica è stato il quotidiano economico Italia Oggi. Ma quanto la consulenze top secret siano care a mamma Rai è sotto gli occhi di chiunque visiti il sito appositamente messo in rete per contenere lelenco degli incarichi: www.contrattidiconsulenza.rai.it. A un anno dallentrata in vigore della legge, non cè né un nome né un compenso. E non è possibile avere unidea di chi siano e quanto costino i consulenti che si aggirano tra viale Mazzini, la cittadella di Saxa Rubra e le altre sedi dellemittente televisiva di Stato.
Un po meglio per le altre società partecipate dallo Stato. Quelle principali hanno tutte inserito la lista degli incarichi. Magari nascondendola un po sotto voci burocratiche come «comunicazioni legali». Altre volte sono praticamente irreperibili se non ricorrendo al motore di ricerca interno. È il caso di Palazzo Chigi. La presidenza del Consiglio era stata la prima a inserire lelenco delle consulenze, comprese quelle dei ministeri senza portafoglio. Da un po è scomparsa dalla prima pagina ed è diventato molto più difficile capire chi lavora per Romano Prodi. Un peccato veniale, tutto sommato.
Difficile, invece, capire la ritrosia della Camera dei deputati e del Senato ad adeguarsi. Lo status di organi costituzionali, questa la spiegazione data tempo fa sempre a Italia Oggi, consente al Parlamento di non sottoporsi allobbligo delle consulenze trasparenti. Difficile allora comprendere perché organi «di rilevanza costituzionale», quindi di rango appena inferiore, come la Corte dei conti abbiano sentito il bisogno di pubblicare incarichi e compensi dei consulenti.
Difficile che qualcuno riesca a imporre trasparenza alla Camere. Per quanto riguarda la Rai, poi, se qualcuno volesse far rispettare la legge, allora i consulenti non dovrebbero essere nemmeno pagati, visto che i loro compensi non sono stati pubblicati. Altro scenario ai limiti della fantascienza. Come se non bastasse, a partire da martedì la Rai dovrà rispettare un altra regola.
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