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«Macché Usa Il mio futuro sarà in Brasile»

Infanzia dura, origini umili nel bairro di Vila Nova, orfano a otto anni, Dona Migulina sola con tre figli da tirar su. I primi anni del pallone d’Oro Ronaldinho Gaucho sono stati leggenda, lacrime e speranza. Adesso li rivede e sente di aver lasciato le cose in sospeso: «Sono andato via da Porto Alegre a vent’anni senza aver vinto niente. Ero troppo giovane, ci devo tornare, voglio vincere qualcosa in Brasile prima di smettere, non posso chiudere la mia carriera senza neppure un titolo vinto nel mio Paese».
Girano molte voci attorno al suo futuro, vere, forzate, prima dell’arrivo di Ibrahimovic aveva il Milan in tasca, parola di Cavaliere, adesso magari non è più così ma la stagione è lunga. Cosa ci sia nell’animo di Ronaldinho non è un segreto, una rete televisiva brasiliana è arrivata fino a Milanello e gli ha scavato nel cuore, lui ha lasciato fare: «Voglio essere un protagonista ai mondiali del 2014 - ha rivelato subito -, posso farcela, avrò 34 anni, non sarò vecchio».
L’intervista integrale è andata in onda sull’emittente televisiva Sportitalia all’interno del magazine footbrazil, la rassegna settimanale dedicata al calcio brasiliano. Il gaucho è sprofondato su una poltrona, al sole, ha sempre i denti in fuori e se pensa al suo futuro gli si addolcisce il volto: «Sto vivendo un periodo eccellente, mi ricorda quelli vissuti a Barcellona, ecco perché ho detto al Palmeiras che voglio finire questa stagione al Milan. Voglio andarmene da questo fantastico club dopo aver vinto qualcosa, questo è il mio desiderio. So che Felipe Scolari mi ha cercato insistentemente - ha spiegato Ronie - ma io non ho niente contro di lui, anzi lo ricordo quando giocavo nelle giovanili del Gremio e lui allenava la prima squadra. Lo rispetto molto, tra noi c’è un eccellente rapporto e sarò felice di lavorare con lui al Palmeiras». Ma il desiderio è conquistare una maglia della Seleçao per il Mondiale che si organizzerà nel suo Paese: «Dunga ha pensato di avere a disposizione dei giocatori migliori di me e non mi ha inserito fra i convocati per il Sudafrica. Nessun problema. Io non ho mai pensato che la mia storia con la nazionale brasiliana fosse finita con quel mondiale. Adesso c’è Mano Menezes e da quanto mi ha fatto capire vuole puntare su un gruppo di giocatori giovani. Avrò 34 anni e non sarò giovane quando ci sarà il mondiale ma so che lui avrà bisogno di qualcuno che si porti sulle spalle questi ragazzi e spero tanto di essere io a farlo».


Non è un progetto ambizioso, Ronie ce la può fare ma dopo aver rinunciato ai soldi americani ha fatto capire che deve riconquistarsi il Brasile e pare anche che abbia una gran fretta di tornarci: «Se continuerò a stare bene psicologicamente posso giocare ancora per tanto tempo, anche se non ne ho tantissimo a disposizione».

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