Bepi Castellaneta
da Bari
«Penso che i bambini siano nascosti da qualche parte, sicuramente c'è qualcuno che li sta proteggendo, forse un familiare, ma non so chi»; e poi ancora: «Sono certa che siano con qualcuno, altrimenti mi avrebbero chiamato, penso che siano al sicuro». Rosa Carlucci, la madre di Francesco e Salvatore, appena uscita dal commissariato dopo l' ultimo interrogatorio, affida ai microfoni di «Telenorba» la sua verità e le sue convinzioni, parole che però non servono a fare chiarezza sulla sorte dei fratellini di 11 e 13 anni scomparsi da lunedì scorso a Gravina in Puglia. Polizia, carabinieri e speleologi hanno rivoltato da cima a fondo questo paese della provincia di Bari segnato da profondi crepacci che sono stati controllati in lunghe, interminabili giornate scandite dall'angoscia: gli uomini del soccorso alpino si sono calati nei dirupi, tra i cunicoli rocciosi, nei pozzi delle campagne vicine. Ma è stato inutile. Nello stesso tempo vanno avanti le indagini. La Procura ha aperto un fascicolo ipotizzando a carico di ignoti il reato di sottrazione di minori e il magistrato inquirente, il sostituto procuratore del tribunale di Bari Antonino Lupo, ha disposto l'acquisizione del fascicolo relativo all'affidamento dei ragazzini. Ieri sono proseguiti gli interrogatori. La madre è stata ascoltata ancora una volta in commissariato, così come è stato sentito il padre, Filippo Pappalardi: ma per il momento non sono emersi elementi utili alle indagini. Nessuna indicazione, nulla che possa imprimere una svolta. «Non escludiamo alcuna ipotesi», dichiara il capo della squadra mobile, Luigi Liguori.
E così l'impressione è che con il passare delle ore il caso divenga sempre più complicato e quella che sembrava una fuga temporanea, un gesto di ribellione dinanzi allo sgretolamento familiare, sia invece un rompicapo tutto da decifrare. Di certo, la pista di un fuga agevolata o quantomeno coperta da un adulto rimane in piedi. E per vederci chiaro la polizia ha chiesto l'acquisizione di diversi tabulati telefonici. Gli investigatori sono però ancora impegnati nella ricostruzione degli ultimi movimenti di Francesco e Salvatore. I fratellini erano stati dati in affidamento al padre dopo la separazione avvenuta otto anni fa, un trauma che loro, i ragazzini, non avrebbero mai del tutto superato: questo almeno è quanto venuto fuori da qualche testimonianza, anche se per la verità dall' esame dei temi scolastici acquisiti da polizia e carabinieri affiora una realtà diversa, illuminata da una serenità che contraddice quanto emerso in un primo momento. In quelle pagine, infatti, Francesco e Salvatore mostrano di trovarsi bene con la famiglia del padre, che vive con la nuova compagna, Maria Ricupero. «Mi chiamano mamma da anni, tra loro e le mie figlie naturali non c'è nessuna differenza», dice la donna. Insomma, anche la pista del disagio come molla che avrebbe innescato la fuga è ancora da verificare.
Di certo, dopo l'ennesima giornata di ricerche rimaste senza esito, le indagini ripartono inevitabilmente da quel lunedì, quando alle sei del pomeriggio Francesco e Salvatore sono usciti per fare un giro in piazza. Quella sera sarebbero stati visti dinanzi a un campo di calcetto, ma tutte le segnalazioni ormai vengono valutate con estrema cautela. Proprio per sgombrare il campo da equivoci e fare luce su quanto avvenuto il giorno della scomparsa, la polizia ha acquisito la videocassetta della telecamera di una banca del paese affacciata sulla strada. Il motivo: verificare se per caso su quei filmati siano finiti anche Francesco e Salvatore. Intanto, i dubbi si accavallano. E continuano a piovere segnalazioni, dopo gli appelli che sono stati lanciati e la decisione di istituire un numero verde.
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