Maestri in sciopero? Insegnano gli statali

da Parigi

«Andrò fino in fondo nell’applicare la riforma del servizio minimo nel settore dell’educazione elementare, che è una garanzia per tutte le famiglie», ha detto ieri, parlando a Clermont Ferrand, il ministro francese dell’Istruzione Xavier Darcos. Entra così nel vivo una delle riforme più attese e importanti che il presidente Nicolas Sarkozy ha realizzato nel suo primo anno di potere: quella che istituisce appunto un «servizio minimo» in caso di sciopero nel settore del pubblico impiego. Il prossimo 15 maggio si asterranno dal lavoro gli insegnanti francesi di ogni ordine e grado, che intendono protestare contro il piano di risparmio, basato sulla sostituzione di una sola parte dei loro colleghi destinati ad andare in pensione. I sindacati della scuola considerano la data del 15 maggio come un’autentica battaglia campale tra loro e il governo di centrodestra.
Il ministro Darcos ha deciso che gli insegnanti elementari verranno rimpiazzati sulla loro cattedra da impiegati pubblici, appartenenti ad altre amministrazioni, che saranno pagati 90 euro per ogni giorno di lavoro, in aggiunta alla loro normale remunerazione. Questa cifra verrà recuperata sottraendo agli insegnanti l’ammontare della giornata di sciopero. In passato il ministero dell’Educazione nazionale chiudeva in alcuni casi gli occhi sullo sciopero degli insegnanti, a cui venivano abbuonati i giorni di astensione dal lavoro. Stavolta Darcos intende utilizzare proprio quel denaro per finanziare il programma del «servizio minimo» alle elementari. Dal suo punto di vista questa iniziativa va a vantaggio delle coppie che lavorano, destinate a trovarsi in difficoltà nel gestire i loro figli in una giornata di sciopero dell’istruzione. Se alle scuole medie inferiori e superiori è impossibile, almeno per ora, dar vita a un «servizio minimo», il programma di Darcos dovrebbe materializzarsi il 15 maggio almeno nel caso di tutte le scuole elementari di Francia.
Certo i sindacati considerano questa decisione governativa alla stregua di una dichiarazione di guerra. I responsabili della potente organizzazione di categoria degli insegnanti ammoniscono il governo spiegando che l’applicazione del «servizio minimo» provocherebbe una dura risposta da parte loro. Le giornate di sciopero della scuola potrebbero così succedersi le une alle altre, in una spirale di proteste. C’è persino chi ipotizza, 40 anni dopo il maggio 1968, l’esplosione di una nuova serie di manifestazioni di piazza. Questa sembra essere l’intenzione degli studenti, che intendono dar vita a loro volta a una raffica di cortei in tutte le città francesi in occasione della «giornata di lotta» del 15 maggio prossimo.

Xavier Darcos non intende comunque fare marcia indietro e insiste sul fatto che gli impiegati comunali e statali, destinati a prendere il posto dei maestri elementari, faranno semplicemente il loro dovere e verranno retribuiti senza gravare sulle tasche del contribuente.

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