Mafia, arrestato il boss Mulè

Il pericoloso latitante che controllava il racket delle estorsioni a Messina, era fuggito dai domicialiri a settembre. Per fuggire si lanciato da una finestra ma è stato bloccato. Prese altre persone che erano con lui

Roma - Il latitante messinese Giuseppe Mulé, condannato per vari fatti di sangue e reati di stampo mafioso, é stato arrestato ieri sera dai carabinieri del Comando provinciale di Messina a Scafati, in provincia di Salerno. Tentando di sfuggire alla cattura, Mulé si è gettato dalla finestra dell'appartamento in cui aveva trovato rifugio, situato al secondo piano di una palazzina. Non si è fatto nulla, ma è stato subito bloccato da un maresciallo del reparto operativo di Messina.

L'uomo, capo dell'omonimo clan attivo nel quartiere 'Giostra' e considerato dagli investigatori uno dei più pericolosi criminali di Messina, era latitante dall'inizio di settembre. Sottoposto a sorveglianza speciale, era stato scarcerato su ordine del tribunale di sorveglianza di Milano e posto ai domiciliari perché ritenuto affetto da Aids conclamato, una diagnosi sulla quale, peraltro, la procura di Messina aveva espresso dei dubbi. Dai domiciliari, era comunque riuscito a fuggire e a far perdere le sue tracce.

Accurate indagini, condotte dai carabinieri di Messina e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Messina, hanno portato gli investigatori a ritenere che il latitante avesse trovato rifugio fuori dall'isola, e in particolare in Campania. Individuato l'appartamento in cui si era stabilito, intorno alle 20 è scattato un blitz, al quale hanno collaborato anche i carabinieri della locale compagnia, quelli di Messina Centro. e la polizia Con lui, all'interno dell'appartamento c'erano tre persone: Lucia Cefariello, 38 anni, Giuseppe Oliviero, 39 anni, e Virginia Carotenuto, 28 anni, tutti di Ercolano (Napoli) e tutti arrestati per favoreggiamento. In casa, è stata trovata una pistola Beretta 98Fs con la matricola abrasa completa di due caricatori, 2.

000 euro, un documento di riconoscimento falso e vario materiale, posto sotto sequestro.

Secondo gli investigatori Mulé avrebbe continuato, da latitante, a controllare il racket delle estorsioni attraverso la compagna, Floriana Rò, arrestata il 21 novembre scorso a Messina, e i suoi 'picciotti'.

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