Roma - Il cauto ottimismo di Berlusconi sembra a fare a cazzotti con gli sviluppi dell ultime ore. Nonostante la parziale bocciatura del legittimo impedimento che lo costringerà ad un continuo braccio di ferro con le procure; nonostante sia subito partito l’attacco giudiziario sul fronte gossip, il Cavaliere appare combattivo. Non soltanto per la convinzione che le accuse a lui rivolte sono paradossali e soprattutto non giungeranno mai a sentenza definitiva; ma anche per la presumibile tenuta futura del suo governo. Nelle ultime ore si sono intensificati i contatti con i cosiddetti registi dell’operazione «terza gamba». Il Cavaliere ha avuto colloqui con il leader del Pid Saverio Romano, con quello dell’Adc Francesco Pionati e anche con il segretario del Pri Francesco Nucara. È quest’ultimo a confermare che il premier, in questo momento, esclude l’ipotesi di elezioni anticipate. Sempre che il nuovo fronte aperto sul caso Ruby non faccia precipitare tutto e non spinga il Cavaliere ad andare al duello finale sul terreno della campagna elettorale.
Un cauto ottimismo, si diceva, che poggia sulle rassicurazioni ricevute un po’ da tutti i tessitori della manovra volta a creare, sia alla Camera che al Senato, un gruppo di responsabilità nazionale. L’obiettivo resta quello di ricalibrare gli equilibri nelle singole commissioni parlamentari anche se per rendere inefficace la truppa finiana occorrerebbero ben più di venti deputati, numero minimo per far nascere la «terza gamba» a Montecitorio.
Attualmente i responsabili contano 12 onorevoli che fanno riferimento a Noi Sud e Pid (Belcastro, Gaglione, Gianni, Iannacone, Mannino, Milo, Pisacane, Porfidia, Razzi, Romano, Ruvolo, Sardelli); 4 ex finiani (Moffa, Polidori, Siliquini, Catone); i 3 sciolti (Calearo, Scilipoti, Cesario); più i due «i 2 Franceschi» Pionati e Nucara. Totale 21. Ai quali dovrebbe aggiungersi anche Maurizio Grassano, soltanto formalmente ancora inserito nel sottogruppo dei Liberaldemocratici assieme a Italo Tanoni e Daniela Melchiorre. Grassano, infatti, ha già votato la fiducia al governo Berlusconi in dissonanza con Tanoni e Melchiorre e aspetta soltanto di essere rimpiazzato da qualcuno per dare l’apporto alla terza gamba. Se si sfilasse ora, ai sensi dell’articolo 14 del regolamento della Camera, la componente di Ld dovrebbe sciogliersi non raggiungendo più la cifra minima di tre membri. Insomma, in totale i responsabili sarebbero già 22 anche se sia Saverio Romano sia Silvano Moffa giurano che il nascituro gruppo farà da calamita ad altri innesti. I nomi restano top secret per non bruciare l’operazione-reclutamento ma da fonti Pdl si insiste a dire che nuove forze dovrebbero arrivare dall’Mpa, dal Pd e dal Fli per raggiungere la cifra di 27/28.
Proprio i finiani sembrano soffrire maggiormente il pressing dei reclutatori e mostrano nervosismo tanto che l’annuncio di Pionati («ci allargheremo a danno di Fli»), provoca la replica stizzita di Bocchino che giura: «La sentenza della Consulta frena l’effetto attrattivo che il presidente del Consiglio Berlusconi poteva avere in questa fase. E non ci sono parlamentari che vogliono lasciare il gruppo».
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