Medicina

Maggiore attenzione in molti pazienti ai danni neurologici

Un nuovo approccio alle terapie anti-tumorali, una scala unica di valori per la quantificazione del dolore e della fatica provocati dagli effetti collaterali dei chemioterapici e la ricerca di un farmaco che possa finalmente stroncare questi ultimi sul nascere, efficace non solo a livello sintomatico. Parte da Pomezia, centro industriale alle porte di Roma, ultimo avamposto fino agli anni '90 della Cassa per il Mezzogiorno, la nuova sfida nella «guerra al cancro». Claudio Cavazza, presidente e fondatore di Sigma Tau, ex numero uno di Farmindustria, spalanca le porte del suo stabilimento principale per accogliere la prima tappa della Consensus Conference di oncologi e neurologi provenienti da tutto il mondo alla caccia di una strategia internazionale per la definizione di una scala delle neuropatie che attanagliano un paziente su tre, fino a costringerlo, spesso, a interrompere il ciclo di cure. «È devastante vedere persone malate, mentalmente lucide, spesso giovani - afferma Cavazza - venire man mano consumate dallo stesso farmaco che contemporaneamente lotta per la loro vita. Né si può continuare ad agire seguendo la logica che il benessere psicofisico momentaneo del paziente debba essere messo in secondo piano rispetto all'attacco frontale alla malattia. Purtroppo, però - continua -, pur volendo cambiare rotta grossi passi non si potranno fare finché la comunità scientifica mondiale non individui una chiave di lettura unica adattabile a un approccio statistico, che inquadri le conseguenze neuropatiche. Senza questo studio di base la ricerca non ha una strada sulla quale procedere». Al consensus ospitato a Pomezia era presente anche il professor David Cornblath, di Baltimora (Usa) che ha aperto la Conference insieme con il professor Guido Cavalletti, del Dipartimento di Neuroscienze e Tecnologie Biomediche dell'Università di Milano Bicocca. I risultati degli incontri saranno pubblicati su una rivista scientifica sotto il placet dell'European Organization for the Research and Treatment of Cancer e dell'European Association for NeurOncology. «È fondamentale - dicono i due esperti - puntare alla ricostruzione dell'equilibrio metabolico ed energetico del paziente. Oltre che a distruggere il cancro bisogna ragionare su una personalizzazione della terapia. Intervenendo nell'equilibrio di ciascuna persona che il cancro va ad intaccare. Non esiste ancora una prevenzione della neuropatia farmaco-indotta, eppure tutti gli antitumorali insostituibili, vedi i platini, sono neurotossici e aggrediscono la tubolina del nervo, fino a mandare in tilt il sistema nervoso periferico». Sigma Tau nasce nel '57, nel '64 conta appena 63 dipendenti. Oggi sono circa 2400, a Roma, Milano e Caserta. Oltre 450 sono impegnati nella ricerca. Filiali in tutto il mondo e due stabilimenti all’estero: uno in Spagna e l’altro in Sudan.

Nei centri di ricerca sono in studio nuove importanti molecole.

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