Pochi giorni per chiudere il rimpasto in Regione. E, dopo aver nuovamente incassato l’appoggio di Umberto Bossi e della Lega, il governatore Roberto Formigoni va ripetendo di essere al lavoro non solo sui nomi dei nuovi assessori, ma soprattutto su nuove regole e figure da inserire nella squadra per dare chiaramente l’immagine di un rilancio dell’azione di governo. E il colpo a sorpresa sarà la nomina di un sottosegretario con delega speciale alla trasparenza. «Formigoni - si lascia scappare un suo stretto collaboratore - non ne può più che elementi esterni condizionino la vita della Regione». Chiaro riferimento agli arresti di assessori e alle indagini della magistratura che ultimamente assediano il Pirellone, anche se Formigoni ha sempre ripetuto che gli eventuali reati contestati hanno sempre riguardato le attività personali e imprenditoriali di arrestati e indagati. Ma è chiaro che i colpi sono stati duri. «E proprio per questo - aggiunge lo stesso collaboratore - ha deciso di dare un giro di vite e rafforzare i meccanismi interni di controllo». Anche se misure d’emergenza sono state già adottate, come uffici appositi, consulenti di legalità scelti tra magistrati o esponenti delle forze dell’ordine e anche la moltiplicazione delle verifiche sulla sanità. Ma evidentemente non è bastato. E allora Formigoni in queste ultime ore è alla ricerca di un magistrato, magari un ex dal grande nome a cui affidare non un assessorato, ma un ruolo di sottosegretario delegato alla trasparenza con «ampi poteri di controllo e verifica su tutti gli atti che riguardino la Regione».
Per quanto riguarda il toto nomi, oggi toccherà al consigliere Doriano Riparbelli. Che, durante l’incontro che lo stesso Formigoni e il coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani hanno messo in agenda per oggi pomeriggio, sarà designato a sostituire l’arrestato Massimo Ponzoni nel ruolo di segretario della presidenza del consiglio regionale. Una nomina da votare domani in aula e che avrebbe fatto digerire all’ala laica e berlusconiana del partito, di cui Riparbelli fa parte, l’accantonamento del sottosegretario Francesco Magnano che potrebbe approdare alla presidenza dell’Arpa al posto del pidiellino Enzo Lucchini. Una scelta, quella di Riparbelli, che ha saziato gli appetiti dei «laici» ora disposti a non chiedere più la testa del capogruppo, il formigoniano Paolo Valentini Puccitelli. In discesa il nome della bresciana Margherita Peroni, la presidente della commissione Sanità che all’inizio sembrava la donna giusta per rimpolpare le quote rosa in giunta. Al suo posto ci sarebbe il via libera del presidente Silvio Berlusconi all’ex presidente della Provincia e oggi senatore Ombretta Colli e dell’ex sottosegretario e oggi presidente della commissione Cultura alla Camera Valentina Aprea. «La Peroni - raccontano in viale Monza - avrebbe pagato il suo non essere in quota con nessuno, lei non è completamente riconducibile né ai laici né a Cl. E magari nella sua bocciatura c’è anche un segnale a Giancarlo Abelli». Non più così forte anche la candidatura per un posto in giunta per Eugenia Scabini, la professoressa di Psicologia sociale all’università Cattolica che doveva essere il «nome di peso» da far entrare. Non sarà così, perché in cambio a Formigoni è stato chiesto il sacrificio di suoi uomini come Valentini o uno degli assessori ciellini Gianni Rossoni o Marcello Raimondi.
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