Gli archistar in giuria e i vincitori del bando: la chat svela le "amicizie"

Sarebbero stati decisivi per la scelta i rapporti dei commissari con lo studio

Gli archistar in giuria e i vincitori del bando: la chat svela le "amicizie"
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Il Comune di Milano era pienamente consapevole del conflitto di interessi in cui si trovavano Stefano Boeri e Cino Zucchi, i due archistar messi alla testa della commissione aggiudicatrice per il progetto della Biblioteca europea di cultura, e che ora la Procura vuole arrestare per aver scelto come vincitore il progetto di colleghi cui erano legati a doppio filo. Eppure, anche dopo che lo scandalo era scoppiato, il Comune ha versato milioni di euro sul conto corrente dello studio vincitore.

A dimostrare i dubbi del Comune è una chat sequestrata dai pm nel corso dell'inchiesta. É il 22 luglio 2022, il giorno prima il Giornale ha pubblicato l'articolo che racconta le commistioni di Boeri e Zucchi con i due vincitori, della gara, Angelo Lunati e Giancarlo Floridi: rapporti che Boeri e Zucchi avevano il dovere di rendere noti con una dichiarazione. Christian Malangone, direttore generale del Comune, scrive a Simona Collarini, dirigente comunale, responsabile dell'appalto: «Simona tu sei tranquilla su dichiarazioni ecc?» «Nessuno aveva dichiarato incompatibilità». «Ma questo è il tema... visto quello che sta emergendo avrebbero dovuto». La Collarini difende i due: «Non è possibile che architetti famosi non abbiano incontrato colleghi, hanno più o meno avuto contatti con tutti». E invece no, scrive la Procura: «i rapporti dei commissari con i professionisti del team aggiudicatario sono indicati in misura di gran lunga maggiore rispetto a quelli con gli altri partecipanti». Boeri e Zucchi, come dice Malangone, «avrebbero dovuto renderli noti». Non lo fanno. Eppure il Comune non si limita a versare a Onistestudio, lo studio vincente i 390mila euro di premio: ma invece di bloccare prudenzialmente la pratica eroga due tranche da 3,9 milioni e da 985mila euro per il progetto esecutivo.

Era il progetto migliore, quello di Lunati e Floridi (nonchè di altri due amici di Boeri, Pier Paolo Tamburelli e Manuela Fantini)? La linea difensiva di Boeri è questa. Ma le chat sequestrate dalla Guardia di finanza dicono tutt'altro. Sono le chat che raccontano i contatti all'interno della giuria nei giorni decisivi, il 4 e 5 luglio 2022. Si parla dei progetti, che sono presentati in forma anonima e contraddistinti da numeri. Il progetto di Onsitestudio, quello di Lunati e Floridi, porta il numero 29. La mattina del 4 luglio Boeri scrive a Zucchi: «Il 29 non mi convince. Davvero ti piace?». D'altronde già il 29 giugno Boeri aveva mandato a Zucchi un suo elenco dei progetti papabili, dei «medi» e di quelli «da escludere»: il progetto 29 fa parte dei bocciati. Boeri, emerge sempre dalle chat, non è l'unico a considerare impresentabile il progetto: un altro membro della commissione, Johnny Pellicciotta, ne dà un giudizio lapidario: «É una serra. E ha alti costi di esercizio».

Secondo i pm, l'avversione di Boeri per il 29 ha una motivazione discutibile: è convinto che il progetto 2 sia dello studio Baukuh del suo amico e discepolo Tamburelli, e lo inserisce nella cinquina dei migliori con un giudizio encomiastico («laconico, semplice, potenza indiscutibile, dimensione lirica»). Una candidatura alla vittoria finale. Ma a quel punto Zucchi avvisa Boeri dell'equivoco: Tamburelli col progetto 2 non c'entra niente, ha lavorato (anche senza apparire ufficialmente) insieme a Lunati e Floridi: «Penso che Baukuh abbia fatto insieme agli Onsite». La conseguenza è immediata, il progetto 2 sparisce di scena (alla fine si piazzerà al quinto posto) mentre il progetto 29 entra tra i preferiti di Boeri. E non solo suoi: un altro membro della giuria, Giampiero Bosoni, alle 7,25 manda a Boeri una cinquina con in testa il numero 29. «Questa preferenza gli era stata veicolata direttamente da Zucchi», scrivono i pm. «Cino, mi affido al tuo punto di vista», scrive infatti Bosoni a Zucchi.

É dunque Cino Zucchi, anche lui come Boeri docente al Politecnico, il vero sponsor all'interno della giuria del progetto che risulterà vincente. Boeri sembra subirne le pressioni, e si adegua solo quando viene a sapere che nella cordata c'è anche Tamburelli. É in queste dinamiche occulte che la Procura vede una pericolosità tale da chiedere l'arresto dei due grandi architetti.

Ma la richiesta di arresto è significativa anche del contesto, del clima che accompagna i rapporti tra questi milanesi illustri: che mentre parlano di affari si mandano per ridere foto di bambini mutilati, o riservano giudizi sessisti alla compagna del costruttore Manfredi Catella, colpevole di non aprire le porte ai loro progetti.

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