
Il conflitto a bassa intensità tra magistratura e governo sui migranti si arricchisce di un nuovo scontro. Su ricorso presentato dall'avvocato di un marocchino giunto in Italia tramite Ventimiglia (quindi provenendo dalla Francia) a marzo e ristretto nel Cpr di Torino a partire dal 18 aprile, la Corte d'appello di ha annullato l'ordine di trattenimento. Il motivo, viene spiegato dai giudici, è che manca la prova del fatto che sia stato messo al corrente in maniera adeguata della facoltà di chiedere la protezione internazionale. Il giudice non dice che questo non è stato fatto ma che manca la prova che sia stato fatto.
Per tale ragione, sul marocchino, che è irregolare sul territorio italiano, non grava più l'ordine di trattenimento nonostante sia destinatario di un decreto di espulsione. La decisione dei giudici torinesi si fonda sulla sentenza della Corte di Cassazione del 22 aprile in base alla quale i giudici avevano annullato "con rinvio" un decreto di convalida emesso proprio dalla Corte d'appello di Torino. In base alla ricostruzione fatta sulla storia del migrante, pare che il marocchino, presumibilmente minorenne, abbia lasciato da solo il suo Paese di origine per arrivare in Spagna. Attraverso un percorso che non è stato noto avrebbe poi raggiunto l'Italia, ormai maggiorenne, dove la Questura di Torino ha spiccato il foglio di via. Il decreto di espulsione, però, è stato eseguito solo il 18 aprile dalla Questura di Bologna, perché nel frattempo il marocchino aveva continuato il suo percorso. A quel punto, il migrante è stato portato nel Cpr di Torino in attesa del rimpatrio nel Paese di origine.
Il 28 aprile, il marocchino ha avanzato domanda di protezione internazionale: una strategia utilizzata da molti per ritardare le operazioni di rimpatrio, tanto che a quel punto è stato disposto un nuovo ordine di trattenimento. Ma la difesa del marocchino si è opposta e ha eccepito che, dall'esame dei documenti, non ci sarebbe prova che le autorità abbiano rispettato "l'obbligo informativo" imposto dalla legge sull'immigrazione del 1998. Dall'analisi dei giudici del fascicolo relativo al migrante sembra che manchi la compilazione del "foglio notizie" nel momento in cui il marocchino è stato controllato a Torino alla fine di marzo. Esiste la prova che al migrante sia stato consegnato l'opuscolo coi suoi diritti quando è stato accompagnato nel Cpr ma secondo la Corte, "non si comprende né il momento esatto in cui l'informazione è stata fornita, né quali informazioni siano state fornite, né se le stesse siano state veicolate in una lingua comprensibile".
in ogni caso, la Corte ha rilevato che "l'informazione è stata fornita dopo l'espulsione e una volta che (il migrante, ndr) ha fatto ingresso nel Cpr". Quello che la Corte rileva come un ritardo è funzionale all'annullamento dell'ordine di trattenimento ed espulsione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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