
«Chi non fa non sbaglia». Il sindaco Beppe Sala (nella foto) rigetta le accuse sull'esistenza di un «Sistema Milano» e sullo «sviluppo indiscriminato dell'urbanistica» mosse dalla Procura. Il suo ex assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi è ai domiciliari, lui stesso è indagato. Su Rtl 102,5 si dice «provato» e ha pensato alle dimissioni ma «non sono un tipo che molla e in certe situazioni bisogna saper resistere quindi andiamo avanti al meglio per gli ultimi 18 mesi». Ripete più volte che «la giustizia farà il suo corso» ma si difende e sfida la Procura. «Si passa al magnificare il modello Milano per cui è tutto perfetto, adesso è diventato il Sistema, non corrisponde a realtà. È migliorata in questi anni, è l'unica città internazionale italiana e l'unica ad essersi sviluppata così, magari anche attraverso possibili errori, ma buttare via tutto è profondamente sbagliato». Non esclude che ci siano state delle «operazioni immobiliari non corrette ma nella stragrande maggioranza dei casi hanno avuto senso. Le rivendico e non mi nascondo dietro un dito, lungi da me dire che non me ne sono accorto. Se ci sono stati errori la colpa è mia, poi vedremo la forma della colpa». E incalza: «Io non invado lo spazio dei giudici, che un procuratore dia un giudizio politico mi pare bizzarro. Se ci è venuta di colpo la paura dei grattacieli, io mi dissocio». Ridimensiona le polemiche sui palazzi «spuntati» nei cortili, «uno su 300 interventi, è stato un errore certamente, ma non facciamo di tutta l'erba un fascio». Il premier Giorgia Meloni aveva sostenuto che non si chiedono dimissioni per un avviso di garanzia e sono parole che gli hanno «fatto piacere e corrette». Nel suo caso, «il Gip ha negato l'induzione indebita, resta l'accusa di aver firmato la nomina della Commissione Paesaggio», false dichiarazioni su qualità proprie o di altri, ma ricostruisce l'iter: «Si apre un bando, una commissione di dirigenti comunali sceglie i membri in base a una valutazione tecnica, io firmo la proposta. Qualcuno pensa che il sindaco possa rifare un'analisi uno a uno dei profili?». Anche sulla vendita dello stadio di San Siro a Milan e Inter non molla: «È un obiettivo e vado avanti, anche per dignità personale».
L'ex assessore Tancredi si è difeso con convinzione davanti al gip nell'interrogatorio preventivo del 23 luglio (le sue dichiarazioni non erano fin qui note), in cui lo assisteva l'avvocato Giovanni Brambilla Pisoni. «Leggendo le carte, le chat tra alcune persone - ha detto -, col senno di poi potrei dire: Certo, forse avrei fatto meglio a non farlo. (...) Col senno di poi forse lo snodo Marinoni poteva creare qualche imbarazzo». Il riferimento è al coindagato ed ex presidente della Commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni. Ancora: «Non mi riconosco in nessuno dei capi d'accusa, ho sempre agito in piena buona fede (...). Ho sempre agito nell'interesse pubblico e non ho mai percepito né direttamente né indirettamente utilità personali».
E sulle presunte pressioni sulla Commissione per far approvare i progetti: «Cercavo di capire se ci fossero criticità, soprattutto per progetti di interesse pubblico e soprattutto per situazioni di impasse che potevano avere delle ricadute anche molto critiche, anche sulle casse comunali», perché «fermarsi lì mesi e mesi su questioni estetiche, con tutto il rispetto, però può provocare problemi anche all'amministrazione». Ad esempio: «Se noi non rispettiamo le scadenze per le Olimpiadi, è un problema enorme anche a livello nazionale, quindi cerchiamo di trovare soluzioni».