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Il Magnificat «natalizio» di Bach con la Dessay

Da qualche tempo il Magnificat di Bach, eseguito ormai con una certa regolarità e abbastanza conosciuto, è divenuto addirittura popolare anche in Italia; da quando una nota trasmissione tv (L’infedele de La 7, condotta da Gad Lerner) l’ha adottato come sigla. Tratto dal Vangelo di San Luca, il Magnificat è il canto di ringraziamento, non privo di un comprensibile turbamento, della giovane Maria all’annuncio, recatogli dall’angelo, della sua incipiente straordinaria maternità. È uno dei testi che ha più affascinato i musicisti in ogni tempo, e che, nella liturgia cattolica, conclude solennemente il canto dei Vespri.
Bach lo compose nel 1723, in occasione del primo Natale passato a Lipsia, dove da poco si era insediato come Kantor (un ruolo che assommava quelli di compositore e direttore) nella celebre chiesa protestante di San Tommaso. Più tardi tornò su quella composizione, non rinunciando alla scintillante spettacolarità con cui si apre al suono delle trombe, per mutarne alcuni passaggi e anche gli strumenti, dandole la veste definitiva nella quale oggi più comunemente lo si ascolta: dodici numeri, per soli, coro e orchestra, e nella nuova tonalità di re minore. Nel ruolo principe di solista, una vera diva del canto, Natalie Dessay, francese, voce di bel colore e ricca consistenza, che a Roma non si ascoltava da parecchi anni.
Completa il programma il Salmo 109, Dixit Dominus, per soli, coro e orchestra, di Haendel (che lo scrisse a Roma, nel 1707).

La composizione haendeliana, che è pervasa da una forte energia e da un uso accorto ed efficace di gesti teatrali, richiede - come del resto il Magnificat - grande impegno non solo dai solisti, ma da tutti i musicisti coinvolti, che a Roma sono degli specialisti riconosciuti: i componenti l’ensemble vocale-strumentale «Le Concert d’Astrée», guidati da Emmanuelle Haim.
Auditorium. Sala Santa Cecilia. Questa sera ore 21. Info: 06-8082058.

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