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Magnini d’oro tra soldi, donne e record

Riccardo Signori

Specchiamoci negli occhi sinceri di quei due ragazzi che salgono dall’acqua come un dio della mitologia. Filippo «Magno» Magnini ha un sorriso che spunta da occhi color nocciola. Luca Marin è più intenso e forse più ruvido nello sguardo. Sono i fiori di un’Italia in acqua che nuota da nord a sud. Magnini partito da Pesaro e svezzato a Torino. Marin, ultima medaglia azzurra ai mondiali, d’un argento luccicante davvero, rimasto ancorato alla sua isola di vita, che poi è la Sicilia. Sono quelli della camera dei campioni, che non è un reality tivvù, ma la coincidenza che solo il fato e la storia decidono di far diventare importante: camera 415, di un albergo del centro di Montreal. Lì dentro c’eran due letti e il talento d’Italia, la fabbrica più pregiata di medaglie.
Certo, quando il mondo ha detto: aggiungi un posto a tavola, la sedia era riservata a Filippo Magno, re con corona scintillante quanto lo è quella per chi vince i 100 metri nell’atletica. Re di una gara regina che lascerà impronta nella storia del nuoto: c’erano già Rosolino e Fioravanti, campioni di una olimpiade, ma l’oro dei cento stile libero è quello che tutti vorrebbero come la corona dei pesi massimi, il nome nell’albo d’oro del Tour de France e del grande slam del tennis. E questo sentirsi campione, Magnini lo sta assaporando con il tempo che passa. «Perchè il tempo si è fermato al giorno della gara», ha raccontato. Ora arriverà il tempo della fama e di chissà cosa d’altro. La voglia di scoprirlo e riscoprirlo fra i bronzi di questa Italia dello sport. In attesa di qualcosa. «Il record del mondo», azzarda lui. «Non facile, ma nemmeno impossibile».
E allora chissà che i sogni non diventino realtà. Ci vorrebbe uno sponsor («Sogno di arrivare a casa e trovare la casseta della posta piena di proposte»). O meglio: l’intrusione nel mondo della moda. «Mi piacciono i vestiti, li indosserei volentieri». Firme? Ama Gucci e Cavalli. Tutt’altro rispetto a quel ragazzo che, nell’ultimo giorno dei suoi mondiali, si è avventurato in un vagabondaggio per Montreal mangiando patatine e maionese, annaffiate da Coca Cola. Abitudini da teenager. In Canada aveva portato solo scarpe da ginnastica e infradito. Ma ci voleva qualcosa di meglio per cerimonie ed occasioni ed è andato in giro per negozi.
Ora, quando sarà in Italia, avrà un’agenda fitta. Il presidente Ciampi gli ha inviato i complimenti tramite il Coni. Presidenza della Repubblica e presidente del Consiglio lo hanno già convocato: sarà testimonial all’apertura dell’anno scolastico. Sì, lui che per questo mondiale si è dato il voto massimo: «Merito dieci, pur se potevo conquistare tre medaglie d’argento. Preferisco il mio oro». E per regalo vorrebbe provare il brivido. «Un giro in moto con Valentino Rossi. O forse avrei paura?». Scherza, ma non troppo.
Valentino è nato nella regione sua, due talenti sbocciati a un soffio d’ali l’un dall’altro. Dev’essere l’aria che produce prodigi. Magnini forse non ha la follia di Valentino, ma certamente un carattere allegro ed estroverso. «Sono meteoropatico: con il sole cambio completamente. Sarà che vengo da un posto di mare. Ne ho un bisogno fisico». Ama il giallo, che poi è il colore dell’oro. Sarà un caso se da piccolo diceva: «Voglio vincere le olimpiadi, ma pensavo ci fosse solo l’atletica». È mancino. «Sarà per questo che all’arrivo ho toccato con la mano che non mi ha mai abbandonato».
Quando si è trasferito da Pesaro a Torino, Filippo ha fatto il colpo di vita: via la vecchia Honda civic e largo ad una Audi3. Bastano poche cose per sentirsi felici, compresa la presenza di Francesca Segat, quel delfino rosa conosciuto nel dolce far niente delle attese, degli alberghi, dei ritiri. E se poi non è Francesca, il dubbio è solo per un’altra donna, una sorta di amore spirituale: trattasi di Randy Ingerman, l’ex modella americana. «La donna più bella al mondo: ha classe, fascino, eleganza. Quando l’ho vista da vicino ho capito che non mi ero sbagliato». L’ha vista una volta, hanno fatto una foto insieme. Niente di più. Ma ora anche lei potrebbe vedere Filippo Magno sotto un’altra luce. Come tanti.
Ci sono diversi modi di esser campione, non basta aggiungere un posto a tavola del nuoto che conta. E Magnini che tifa Inter e Valentino, che ama Francesca e Randy, che nuota come un siluro e dorme come un ghiro, lo ha già scelto. «Mi piace pensare di essere uno che, quando passa, fa sentire gli altri orgogliosi di esser italiani».

Ci può essere dedica più bella per una medaglia? Ecco perchè possiamo sventolare con soddisfazione questa faccia e quella medaglia.

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