A Magny Cours la Ferrari anti-Alonso

Anche in pista sfida Italia-Francia. La Rossa e Schumi: «Crediamo nel titolo». La Renault: «Tecnicamente ci hanno raggiunto, difficile recuperarci 19 punti»

Benny Casadei Lucchi

Dal campo di calcio alla pista. Italia-Francia abbandona l’erba per l’asfalto. Nell’immaginario degli sportivi la nazionale rossa rileva il testimone da quella azzurra e da domani sarà di nuovo sfida grande con i galletti d’Oltralpe, Ferrari contro Renault. Poco importa che al volante ci siano Schumi ed Alonso, importa invece che domenica non vada in scena una versione motoristica della testata di Zidane... Vero Michael? Vero Fernando?
Purtroppo, però, i paragoni calcistici finiscono qui: perché alla Ferrari e al tedesco tocca inseguire, distanti come sono diciannove, pesantissimi, punti. Michael dice «siamo messi bene», dice «vogliamo vincere questo mondiale» ma per riuscirci dovrà sperare che qualche intoppo sgambetti la cavalcata francese. Il team di Briatore («a Magny Cours torneremo a stare davanti», ha detto) ha vinto otto Gp e ha patito un solo cedimento meccanico, quello in Bahrein occorso a Fisichella. Per il resto, entrambi i piloti sono sempre andati a punti e di corse al termine del campionato, Francia compresa, ne mancano ora solo otto. Per cui, nella migliore delle ipotesi, la Ferrari può sperare di vincere il mondiale ai rigori, in Brasile, il 22 ottobre.
Per restare in corsa gli uomini del Cavallino hanno comunque varato una tabella di marcia (prima della doppia trasferta nordamericana) che sta dando i suoi frutti. Ma frutti ben più importanti sono attesi dalle novità portate in pista nei recenti test di Jerez che hanno rincuorato Schumi. «Ci siamo preparati molto, vogliamo recuperare i 19 punti di distacco da Alonso e la seconda parte della stagione sarà una vera e propria caccia al titolo», si è sbilanciato. Per questa caccia grossa, la Rossa ha testato un nuovo pacchetto aerodinamico (si veda il disegno) che, intervenendo su molte delle appendici (allo scopo, sono state modificate anche le sospensioni), ha l’obiettivo di ottimizzare il rendimento delle gomme. Per il momento pare che il guadagno sia di un decimo al giro e a Jerez il tedesco si è messo in tasca il miglior tempo. Da tempo è noto, infatti, che il vero tallone d’Achille della Ferrari sono i pneumatici. A Indy erano nettamente superiori alle Michelin (giunta nel catino in versione prudente per evitare il ripetersi del 2005, ndr), ma le Bridgestone a Magny Cours e nel prosieguo, benché migliorate, torneranno ad essere quelle di prima: per cui a patire aderenza.
Partita difficile, dunque, anche perché, ora, le due rivali si equivalgono: la differenza vera la fanno quei maledetti 19 punti di svantaggio.

«Come prestazioni siamo ormai allo stesso livello - gongola infatti Pat Symonds, direttore tecnico Renault -, ma noi siamo in vantaggio: 19 punti, con l’attuale sistema, sono difficili da recuperare». Però che bello se finisse ai rigori...

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