Mai la Turchia nella Ue. Così il Carroccio tenta un altro respingimento

Lo slogan. Il Carroccio punta la campagna delle Europee soprattutto sul “no” all’ingresso della Turchia nella Ue: «Noi 80 milioni di musulmani in Europa non li vogliamo», è la parola d’ordine.

Gli obiettivi. Il sogno di un’Europa dei popoli è un antico cavallo di battaglia, da qualche anno strettamente connesso con l’impegno a mantenere salde le radici cristiane del Vecchio Continente. In virtù di questi obiettivi, la Lega punta a uno storico scollinamento del 10% (e i sondaggi in tal senso sono confortanti).

Il punto forte. In un anno di governo sono molte le carte che la Lega Nord può giocare con il «suo» popolo. Innanzitutto il federalismo fiscale, vera e propria bandiera del Carroccio da vent’anni. E poi la politica sui respingimenti, la battaglia per la certezza della pena: tutte prove di coerenza che a chi premiò la Lega con l’8,3% alla Camera sembreranno motivi più che buoni per votarla di nuovo.

Il punto debole.

D’altro canto, la vicenda dei respingimenti e la polemica innescata con l’Onu e il Vaticano, che a vario titolo hanno tacciato di razzismo i provvedimenti di Maroni, potrebbero avere ripercussioni. Anche la battaglia condotta dalla Lega per non abolire le Province - istituzioni considerate da molti pleonastiche - potrebbe far storcere il naso a qualcuno.

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