Mal di trasferta fatale al Milan Kakà: «Siamo troppo rilassati»

Tutti a rapporto da Galliani. Talvolta la squadra non risponde ai comandi del tecnico. Sheva, Maldini e Cafù nella formazione ideale Uefa

Franco Ordine

«Cinque indizi fanno una prova: il Milan soffre fuori casa. Tutti insieme dobbiamo capire perché e trovare una soluzione». Adriano Galliani, tornato deluso dall’Olimpico, ha una particolare predilezione per le cifre. Nascondono quasi sempre una grande verità. «Se abbiam perso 5 su 10 fuori casa e vinto 9 su 9 a San Siro, una qualche spiegazione dev’esserci» insiste il vice-presidente vicario. Che forse ha già in testa la risposta pertinente ma vuole sentire i diretti interessati prima di giungere alle conclusioni ufficiali. Di qui la decisione di presentarsi stasera, a cena, a Milanello per prendere nota delle risposte. Una su tutte, firmata da Kakà che non è l’ultimo della pista, è arrivata in anticipo, pubblicata sul sito rossonero e perciò da leggere con grande attenzione. «L’ultima è stata una sconfitta pesante» è il debutto amaro del giovin brasiliano che ha una sua teoria, «parlo per me non a nome della squadra - avverte -. Sento che fuori casa siamo più rilassati mentre a San Siro abbiam maggior fiducia». Ecco il punto, allora: questione psicologica. Milan schiacciasassi a San Siro per via di una certa sicurezza che, come in campionato, si riflette anche in coppa Campioni (un solo pareggio, 0 a 0 col Psv, e due vittorie secche, contro Fenerbahce e Schalke 04) ed aiuta a comprendere meglio il fenomeno. Ma fuori casa è un disastro.
Poi c’è un aspetto interno. È come se la squadra non rispondesse più ai comandi dell’allenatore. «Tutta la settimana abbiamo lavorato sullo schema di squadra a una sola punta e ci siamo lasciati beffare» è l’avvilita riflessione di Carlo Ancelotti che continua a dare l’idea, nei fatti oltre che nelle espressioni del viso, d’essere rassegnato al destino, incapace di ribellarsi. Tipo, per esempio, fare cambi all’intervallo quando s’accorge che con Perrotta alle calcagna, Pirlo non tocca boccia. O quando s’accorge che la luna di Shevchenko è storta, non aspetta gli ultimi 8 minuti per far entrare Inzaghi. Poca voglia, poca personalità e poca grinta.

Tutte le virtù indispensabili declinate al minimo storico proprio nel giorno in cui tre esponenti del gruppo, capitan Maldini, Cafu e Shevchenko, vengono inseriti dai lettori del sito dell’Uefa nell’elenco dello schieramento ideale, tra le squadre europee.
Domani sera c’è l’Ascoli. E Ancelotti forse, per necessità e per dare un segnale forte, medita un bel rimpasto. Sicuri Ambrosini e Inzaghi, forse anche Rui Costa ha qualche chance.

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