RomaLenta, inefficiente, spesso ingiusta e anche troppo costosa. Il modello della giustizia italiana deve cambiare perché così, dice Paola Severino nella sua relazione annuale alle Camere, non ce la possiamo più permettere. Solo il cattivo funzionamento del settore civile ci fa perdere l1 per cento del Pil, senza parlare dei 46 milioni di euro che nel 2011 lo Stato ha dovuto pagare per gli errori giudiziari e gli 84 milioni sborsati per i risarcimenti per i tempi lunghi dei processi.
Le priorità che indica il ministro della Giustizia sono lemergenza carceri, la lentezza dei procedimenti (7 anni nel civile, quasi 5 nel penale) e la lotta alla corruzione. Piace al centrodestra, denunciando leccessivo uso della custodia cautelare, criticando i 9 milioni di processi pendenti e lodando il calo di arretrato nel civile e il diffondersi della mediazione. Piace al centrosinistra, con la sua «angoscia» per lo stato dei penitenziari sovraffollati da 66.897 detenuti, per l«anomalia» dei 28mila detenuti in attesa di giudizio, per limpegno a combattere la corruzione.
Il suo è un discorso molto tecnico, non un programma ma una descrizione del preoccupante quadro attuale e delle iniziative per migliorarlo. Anche per questo raccoglie un larghissimo consenso nellaula di Montecitorio: con 424 sì, 58 no e 45 astenuti passa la risoluzione firmata da Pdl, Pd e Terzo Polo, mentre vengono respinte quelle di Lega, Idv e Radicali. «Un segnale importante - commenta il Guardasigilli - il mio ringraziamento non è solo formale ma di sostanza». Ogni partito legge a modo suo la relazione, ma applaudono tutti, ad esclusione della Lega che laccusa di volere un «indulto mascherato». Sarà il parlamento, se vuole, ad approvare unamnistia, risponde lei, «e io non mi opporrò». I radicali quel provvedimento lo rivendicano a gran voce, ma gli altri no.
Il più entusiasta della Severino è Pier Ferdinando Casini: «Finalmente una bella pagina per la giustizia - dice il leader Udc - In un mese potremmo fare la riforma epocale». Soddisfatto, il segretario del Pdl Angelino Alfano sottolinea che il ministro ha espresso «grande riconoscimento per le riforme del nostro governo». Per il Pd, invece, laria è tutta nuova e la capogruppo in Senato Anna Finocchiaro apprezza che la Severino indichi «per ogni problema una soluzione lucida, concreta e praticabile». Anche il leader Idv Antonio Di Pietro vede «una nuova strada, distante rispetto ai veleni del precedente governo».
Il ministro della Giustizia ora è più forte e oggi in Senato la maggioranza dovrebbe confermare un voto compatto.
La Severino punta su una politica a costo zero (o quasi) di razionalizzazione, organizzazione, semplificazione e risparmio, accantonando le riforme al centro di troppe polemiche.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.