Malattia di Crohn: cure efficaci estese ai bambini

La malattia di Crohn è una patologia infiammatoria cronica dell’apparato gastro-intestinale che provoca forti dolori addominali, ma anche febbre, diarrea e diminuzione di peso. Nei bambini ritarda anche la crescita. Come ha sottolineato in un convegno il professor Salvatore Cucchiara, dell’università di Roma, la loro vita a causa di questa malattia diventa travagliata.
Dopo aver attentamente esaminato i risultati di uno studio clinico («Reach») condotto su 112 pazienti d’età compresa fra i 6 e i 17 anni con malattia di Crohn in fase attiva, l’Emea, che è l’agenzia europea per i medicinali, ha autorizzato l’impiego nell'età pediatrica di infliximab, un farmaco biologico (tecnicamente un anticorpo monoclonale) che ha già dato risultati positivi, negli ultimi 15 anni in più di 900mila pazienti di ogni parte del mondo. Nei bambini sarà impiegato in associazione con una terapia immunosoppressiva convenzionale.
L’efficacia e la tollerabilità di questo farmaco biologico permetteranno ai medici di impiegarlo anche nei pazienti pediatrici con tre infusioni endovenose da ripetere due e sei settimane dopo il primo intervento. Potrebbero rendersi necessari - nei casi più gravi - intervalli ridotti. Potrebbe al contrario diventare utile il prolungamento di questa terapia nei pazienti che non hanno risposto positivamente nelle prime settimane.
Lo studio Reach ha dato risposte cliniche favorevoli in 88 soggetti su 100. Dopo otto settimane la percentuale di guarigione era già alta, dopo 12 ancora superiore. Miglioramenti significativi sono stati rilevati anche nella qualità di vita e nel processo di crescita. Pochi gli effetti indesiderati, a carico del sangue e nel 5 per cento dei casi a carico dell’apparato respiratorio.
Infliximab si dimostra efficace non solo nella malattia di Crohn, ma anche nella colite ulcerosa, nell’artrite reumatoide, nella spondilite anchilosante, nella psoriasi e nell’artrite psoriasica. Il suo impiego richiede la presenza di personale medico qualificato, che conosca bene le malattie intestinali, ma anche quelle a carico delle articolazioni. Ai pazienti, al momento della dimissione, viene rilasciata una «scheda» informativa. L’estensione ai pazienti pediatrici voluta dall’Emea in Europa arriva un anno dopo l’analoga decisione della Food and drug administration statunitense (Fda) e rappresenta la sola possibilità di una somministrazione endovenosa in quest’area patologica forse sottovalutata, ma degna di grande attenzione (quindi di ricerche adeguate) per le sofferenze che può dare a soggetti di tutte le età.

Questo nuovo anticorpo monoclonale (infliximab) è al centro di molti trials non solo negli Stati Uniti, dove è stato approvato dieci anni fa, ma anche in Giappone ed in altri Paesi dell’Estremo Oriente. Dopo la decisione dell’Emea la sua diffusione aumenterà le possibilità di remissione di questa grave malattia.

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